Museo di Palazzo Vecchio, dopo vent'anni aperte al pubblico le sale di Cosimo il Vecchio e di Lorenzo il Magnifico
Ritornano visibili, inserite all’interno del percorso museale, le sale di Cosimo il Vecchio e di Lorenzo il Magnifico: lo ha annunciato il sindaco Matteo Renzi. Le due sale erano chiuse al pubblico da una ventina di anni ed erano state finora adibite a uffici. Da stamani sono nuovamente visitabili.
Le due sale si trovano al primo piano dell’ala monumentale di Palazzo Vecchio e fanno parte del Quartiere di Leone X, costruito alla metà del XVI secolo su commissione di Cosimo I de’ Medici e decorato sotto la direzione di Giorgio Vasari, secondo un’invenzione dell’erudito Cosimo Bartoli finalizzata a celebrare la genealogia medicea, in relazione con le divinità celesti raffigurate nelle corrispondenti sale del soprastante Quartiere degli Elementi. Ogni ambiente del quartiere è quindi dedicato a un illustre personaggio della famiglia Medici e mostra nella decorazione le sue imprese più significative.
In ordine cronologico le prime due sale sono proprio quelle di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico. La prima celebra il capostipite del ramo principale della dinastia medicea, colui che avviò l’ascesa al potere del casato, ponendosi di fatto alla guida della Signoria fiorentina che, dopo la sua morte (1464), gli riconobbe il titolo di Pater Patriae. Le pitture della sala ricordano gli aspetti salienti della sua fortuna, come l’esilio voluto dal rivale Rinaldo degli Albizzi e conclusosi dopo un anno con un trionfale rientro a Firenze o il suo ruolo di mecenate, protettore di artisti e letterati e sostenitore di importanti opere architettoniche. La seconda sala celebra Lorenzo de’ Medici, nipote di Cosimo il Vecchio, noto per il suo gusto raffinato e per avere patrocinato i maggiori letterati e artisti della fine del Quattrocento, come Marsilio Ficino, Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano - per citare solo alcuni dei personaggi ritratti nelle pitture che decorano l’ambiente - ma qui ricordato anche per i successi della sua attività di mediatore, garante dell’equilibrio e della pace tra gli stati italiani. (edl)