Moschea, Scino (Pd): "Libertà di culto e un luogo dove ogni confessione possa celebrare il proprio rito"
Ecco l'intervento del vicepresidente del consiglio comunale Salvatore Scino
"La Storia è stata più volte funestata da sanguinose ed interminabili guerre di religione, anche se il più delle volte (se non la totalità) sono state intraprese per fini di espansione economico-commerciale. Tuttavia, nonostante che l’intento promotore dei confitti religiosi fosse essenzialmente “politico”, la percezione ed il convincimento delle popolazioni coinvolte furono veicolati verso un’idea di purezza ed esclusività dei rispettivi confessionalismi.
Quando però l’idea stessa di culto viene tenuta libera da interessi particolari e, teologicamente, materiali, la Storia stessa ci fornisce luminosi esempi di pacifica convivenza tra diverse culture religiose; mi viene in mente il regno di Sicilia, riunito dai Normanni nell’XI secolo, seppe promuovere e sviluppare le scienze e le arti derivanti da patrimoni di conoscenze arabe, bizantine e, naturalmente, romane e greche, nonostante la dinastia derivasse da popolazioni provenienti dal profondo Nord.
Per questo, sono intimamente convinto che integrazione, libertà di culto e piena democrazia siano così fortemente congiunte da non poter sussistere separatamente. Vien da sé che la libertà di culto richieda anche un luogo dove celebrare il rito.
Da molto tempo si sta sviluppando il dibattito sul progetto della costruzione di una Moschea a Firenze, ascolto con molto interesse e rifletto. Come spesso accade nelle dispute politiche, nessuno ha sempre completamente torto o ragione; nondimeno, chi è tenuto a decidere deve arrivare comunque ad una conclusione: Moschea si o no?
Personalmente, ritengo che – in linea di principio – sia più che giusto fornire alla comunità musulmana la possibilità di riunirsi dignitosamente in preghiera, nei modi e nei luoghi della tradizione islamica; allo stesso modo, desidererei fortemente che i cattolici potessero professare la loro fede liberamente in tutti i paesi arabi.
Noi, di cultura cristiana, europei e democratici accettiamo abitualmente il confronto su temi religiosi ed etici: pur nelle differenti posizioni, qualche volta raggiungiamo anche una sintesi. Per tale motivo, credo che sia legittimo invitare, prioritariamente, i promotori (mussulmani) del progetto ”Moschea a Firenze” affinché pongano il medesimo impegno per la risoluzione degli integralismi ancora presenti in molti Stati islamici, nell’alveo di quella reciprocità su cui porre le basi di una pacifica convivenza". (lb)