150/o Unità d'Italia, Dormentoni (Pd): "Anche i 4milioni di stranieri che risiedono nel nostro Paese sono Fratelli d'Italia"

Questo l'intervento del consigliere del Partito democratico Mirko Dormentoni tenuto oggi in consiglio comunale

"Festeggiamo. Deve essere la Festa di Tutti, come ha detto giustamente il Sindaco. E festeggiando, dobbiamo anche riflettere, e cogliere questa importantissima occasione per "ricordarci del nostro Futuro". Per affermare il senso e i valori dell'appartenenza (non fine a se stessa) contro l'apparenza che dilaga sempre di più.
E' un'occasione importantissima perché nelle scuole e nelle nostre comunità si alimenti la memoria e il senso dell'Unità d'Italia. I fatti e valori del Risorgimento, i fatti e i valori della Resistenza che ha portato alla conquista della Libertà, delle libertà, dell'affermazione di una nuova Cittadinanza e dei relativi diritti e doveri dei cittadini italiani, elementi fondati della nostra meravigliosa Carta Costituzionale.
Dicevo cittadinanza, diritti e doveri, e aggiungerei uguali doveri e uguali diritti. E' proprio su questo che mi voglio soffermare, sul fatto che troppo spesso nel nostro paese gli effettivi doveri sono uguali, ma gli effettivi diritti no, e sulla necessità di inquadrare le questioni nazionali in un'ottica più ampia.
Questa necessità ci è ricordata dai 4 milioni di cittadini stranieri che vivono nel nostro Paese, come i 4 miioni di cittadini italiani all'estero. ANCHE LORO INFATTI SONO FRATELLI D'ITALIA.
Mio figlio oggi a scuola, insieme a tutti i suoi compagni della scuola materna Don Minzoni, ha disegnato il Tricolore con le tempere. Poi, tornato a casa, ha voluto vedere e disegnare la bandiera della Romania, dell'India e dell'Argentina, perchè è da lì che vengono i genitori di alcuni suoi compagni.
Ricordo che i bambini nati in Italia che non hanno cittadinanza e se vanno al museo statale devono pagare il biglietto intero. 50.602 stranieri residenti a Firenze al 28 febbraio 2011. Il 13,6 % della popolazione fiorentina, in continua crescita: l'anno scorso erano 46.492, il 12,6%, nel 2006 erano 32.594, l'8,9%. Anche loro fanno LA fIRENZE DI OGGI, l'Italia di oggi. Vogliamo continuare ad escluderli dai diritti politici?!
I cittadini stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2010 sono 4.235.059 pari al 7,0% del totale dei residenti. Al 1° gennaio 2009 essi rappresentavano il 6,5%. Nel corso dell’anno 2009 il numero di stranieri è aumentato di 343.764 unità (+8,8%), un incremento molto elevato, lo è stato acnora di più: 494 mila nel 2007 e 459 mila nel 2008, rispettivamente +16,8% e +13,4%. I minori sono 932.675, il 22,0% del totale degli stranieri residenti; circa 573 mila sono nati in Italia, mentre la restante parte è giunta nel nostro paese per ricongiungimento familiare.
Nel 2006 erano 2.670.514, il 4,5%.

Gli immigrati
assicurano allo sviluppo dell’economia italiana un contributo
notevole: sono circa il 10% degli occupati come lavoratori
dipendenti, sono titolari del 3,5% delle imprese, incidono
per l’11,1% sul prodotto interno lordo (dato del
2008), pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali,
dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di
euro.
Pur nella difficoltà di
calcolare l’incidenza degli immigrati sulla spesa sociale,
non mancano i tentativi in tal senso e la Banca d’Italia
stima che agli immigrati vada il 2,5% di tutte le spese di
istruzione, pensione, sanità e prestazioni di sostegno al reddito,
all’incirca la metà di quello che assicurano in termini
di gettito.
Il rapporto tra spese pubbliche sostenute per gli immigrati
e i contributi e le tasse da loro pagati (2.665.791 la stima
dei dichiaranti) va a vantaggio del sistema Italia, specialmente
se si tiene conto che le uscite, essendo aggiuntive a
strutture e personale già in forze, devono avere pesato di
meno.
Insomma, tutti i dati, elaborati da associazioni e istituzioni statali, dati sotteano che gli stranieri non
sono persone dal tasso di delinquenza più alto, non stanno
dando luogo a una invasione di carattere religioso, non consumano
risorse pubbliche più di quanto versino con tasse e
contributi, non sono disaffezionati al Paese che li ha accolti e,
al contrario, sono un efficace ammortizzatore demografico e
occupazionale.
Gli immigrati sono una ricchezza
indispensabile ed è in questa prospettiva che sono auspicabili
politiche sociali e familiari più incisive, superando la tentazione
dell’estraneità e favorendo l’inserimento, anche con la
partecipazione al voto amministrativo e la revisione della normativa
sulla cittadinanza, troppo rigida non solo per i bambini
nati in Italia ma anche per i loro genitori insediati stabilmente.

Quindi, concludendo:
Nuova Unità e Ricordarci il Futuro.

Evviva l'Unità, evviva l'Italia, evviva I FRATELLI D'ITALIA, VECCHI E NUOVI"

 

(lb)