Consiglio comunale a Sollicciano, Di Puccio (Misto): "Quanto dovremo aspettare perchè il problema carceri sia affrontato in modo risolutivo?"

Ecco il testo dell'intervento del consigliere del Gruppo Misto Stefano Di Puccio, in occasione della seduta del consiglio comunale che si è tenuta oggi al carcere di Sollicciano.

"Orgoglio ed imbarazzo, due sentimenti contrapposti che mi attraversano nell’essere qui in veste di consigliere, ma che cercherò di spiegare nel modo più onesto e diretto possibile.
Sono orgoglioso, perché riuscire a portare i lavori del Consiglio comunale dentro le mura di Sollicciano, è in piccola parte dovuto anche al mio impegno; sollecitato da Franco Corleone ho partecipato qualche mese fa ad uno sciopero della fame, che ho affrontato, credo di poter dire, con molta determinazione per sensibilizzare, stampa e opinione pubblica sul problema del sovraffollamento delle carceri italiane; un’iniziativa che nonostante il silenzio ostinato della stampa ha ottenuto un successo in prima istanza politico e che ci ha permesso di incontrare il Sottosegretario di Stato alla Giustizia Giacomo Caliendo, il quale aveva garantito delle risorse per le opere strutturali più urgenti, rispondendo così a richieste che facevano parte di una piattaforma ben più ampia presentata da Corleone a suo tempo.
Il mio imbarazzo nasce proprio da qui: non riuscire a dare risposte certe alle istanze di chi, detenuti, agenti di custodia e volontari di associazioni vivono e operano nel carcere. Mi chiedo quanto è necessario aspettare, ancora, perché il problema delle carceri sia affrontato in modo risolutivo. Visto che solo la morte fa notizia, quanti morti dovremmo contare ancora nei trafiletti dei giornali per parlare di problema di sovraffollamento, di carenze strutturali, e di scarsa assistenza medica?
Nelle condizioni attuali il carcere viene meno a quella che è la sua prerogativa costituzionale principale: la pena rieducativa. Viene invece usato come discarica sociale, un po’ come facciamo con i rifiuti, li togliamo dalla vista ma non risolviamo il problema, cosicche serve a gestire fenomeni sociali quali immigrazione, tossicodipendenza, povertà ed emarginazione, malattia mentale. Sovverte pertanto la sua stessa natura che è quella di contenere i fenomeni propriamente criminali.
Ma il sovraffollamento carcerario attuale è un dato che non deriva dall’aumento della criminalità, i cui numeri sono in diminuzione ma è invece la conseguenza di precise scelte di politica legislativa. Inoltre è il rapporto tra il “fuori” e il “dentro” che deve essere rivisto e considerato con molta attenzione; la vita nelle carceri riguarda anche le persone che non le vivono, riguarda tutti noi, la nostra economia presente e la nostra vita futura; se pensiamo al carcere come all’immagine di un cancello da chiuderci alle spalle, facciamo un errore imperdonabile come se ci accecassimo volontariamente per non vedere.
La preoccupazione mia, quindi, ma credo anche dei miei colleghi è quella di riuscire a dare in tempi ragionevoli, le risposte a queste domande e dato che siamo in tema di celebrazioni della Costituzione, l’argomento è quanto mai attuale e riporta in primo piano la capacità delle istituzioni di garantire certezza del diritto e rispetto dei diritti, senza eccezioni. Perche un detenuto che viene privato della libertà personale per scontare la propria pena non sia privato anche dei propri diritti sacrosanti di dignità.
Ad oggi il numero dei detenuti a Sollicciano è di nuovo vicino a 1000, ben oltre la capienza massima, anche le più piccole opere strutturali sono ancora da realizzare, il passaggio dall’assistenza sanitaria del carcere a quella del servizio sanitario nazionale è ancora un miraggio, in carcere si muore anche perché non curati adeguatamente, e Sollicciano riflette la realtà nazionale delle carceri, tenere qui oggi il consiglio comunale non è un traguardo ma solo un punto di ripartenza. non posso fare promesse, ma da uomo e da rappresentate delle istituzioni rinnovo il mio impegno con maggiore determinazione per far sentire fuori la voce di chi è dentro".
 

(ag)