Consiglio comunale a Sollicciano, De Zordo: "Non sia un fatto episodico né formale"

Questo l’intervento della consigliera Ornella De Zordo (perUnaltracittà)

"Il Consiglio comunale odierno all'interno di Sollicciano non deve rimanere un fatto episodico né puramente formale. Deve invece essere un momento in cui l'innegabile valenza simbolica del gesto si salda a impegni concreti che il Consiglio stesso e l'amministrazione comunale prendono per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno dell'istituto carcerario; alcuni impegni sono stati presi e dovevano, in realtà, aver già visto la loro attuazione. Al di là delle buone intenzioni, non è stato così. Basti ricordare la mozione da noi proposta e poi approvata all'unanimità il 30 novembre 2009 con i suoi molteplici punti di impegno rispetto alle competenze del Comune in materia di strutture idonee alle misure alternative e al reinserimento sociale.

La questione della insostenibile condizione del carcere è drammaticamente attuale, anche se sembra scomparsa dalle "agende" della politica ufficiale. Nel 2011 ci sono stati già 29 morti nelle carceri italiane, e solo 3 avevano oltre 50 anni. Anche a Sollicciano ci sono stati tentativi di suicidio proprio in questo inizio 2011. Non si può quindi non affrontare con estrema urgenza il problema delle condizioni di vita dei detenuti e delle detenute. E non si può non partire dal sovraffollamento ormai endemico, ma inaccettabile.

Il sovraffollamento non si risolve con la costruzione di nuove carceri, sia perché si innesca un circolo vizioso che non si chiude mai, sia perché i tempi non sono compatibili, ma soprattutto perché, contrariamente a quanto prevede la logica securitaria e punitiva che ispira certe "culture" politiche (e che non ha mai risolto niente), l'unica risposta convincente è quella di tornare a considerare centrale il percorso di recupero e reinserimento sociale della persona detenuta. Questo passa dallo sviluppo dell'area trattamentale, ma anche dall'estensione delle misure alternative alla detenzione. Che peraltro sono efficaci anche in termini di sicurezza, nonostante la retorica della "pena esemplare" o l'accanimento della cultura punitiva: uno studio del DAP mostra che la recidiva – al 68% fra chi ha scontato la pena interamente in carcere – scende al 19% fra chi ha beneficiato di una misura alternativa. Per l'estensione delle misure alternative ci vuole un impegno a diversi livelli: qui anche il Comune può e deve fare la sua parte, per trovare sul territorio le opportunità di lavoro, di residenza, di sviluppo dei servizi sociali, delle strutture per tossicodipendenti.

Vista la complessità delle problematiche relative alle condizioni di vita negli istituti di pena, creiamo quanto prima un tavolo cittadino permanente sul carcere, in cui si ritrovino persone motivate su questo specifico tema indicate dal Comune di Firenze, dalla Provincia per le sue competenze sulla formazione, dall'assessorato regionale dotato di delega specifica, oltre al garante dei diritti dei detenuti e a rappresentanti di quelle realtà associative che lavorano all'interno del carcere. Per non limitarsi alle parole di circostanza e per mettere al centro della concezione carceraria la funzione rieducativa e il reinserimento sociale."

(fdr)