Moschea, Pugliese (Pd): "Chi dice no è fuori dalla tradizione e dalla storia di Firenze"
“E’ giusto che anche la professione musulmana abbia un suo luogo di culto: ne ha diritto come ogni altro credo, indipendentemente dagli orrori che dietro ogni bandiera si sono perpetrarti nel corso della storia. I problemi di ordine pubblico sono un'altra cosa e vanno affrontati in un altro modo". Lo dichiara il consigliere del Pd Andrea Pugliese intervenendo nel dibattito sulla questione Moschea e ripercorrendo la tradizione di accoglienza che le chiese fiorentine hanno sempre avuto. “ Chi dice no – aggiunge Pugliese- è fuori dalla tradizione di questa città: non ne rispetta l'anima. Chi dice sì ma, non considera che a nessun altro credo sono state poste condizioni, anzi se ne è favorita l'aggregazione, in segno di civiltà. Non c'è spazio a Firenze per nuove opere di grandi dimensioni? E come mai lo si trova per i centri commerciali, i multisala. E come mai ci sono tanti edifici vuoti, molti dei quali di nessun pregio architettonico? Certo, in una politica urbanistica a “volumi zero” – che io condivido pienamente – occorre trovare una realtà già esistente che possa essere modellata venendo incontro, nell’ambito delle nostre possibilità, alle richieste e necessità della Comunità Musulmana di Firenze.” Pugliese si rivolge poi al centro destra: “Assistiamo periodicamente a una polemica verso tutto ciò che è “straniero” ( vedi la recente contestazione sui negozi etnici ) che non vuole tenere conto che il mondo va avanti, che i muri (storicamente) nonostante gli sforzi della destra di tirarli su, cascano, e che la parola chiave di qualsiasi buona politica è “integrazione” perché il suo opposto è “emarginazione”. L’auspicio – conclude il consigliere del Partito democratico è che noi potessimo fare proprio il bellissimo discorso di John F. Kennedy che termina usando queste parole":
Le leggi sull’immigrazione dovrebbero essere generose, dovrebbero essere eque, dovrebbero essere flessibili. Con leggi siffatte potremo guardare al mondo, e al nostro passato, con le mani pulite e la coscienza tranquilla. Una tale politica non sarebbe che una conferma dei nostri antichi principi. Esprimerebbe la nostra adesione alle parole di George Washington: «Il grembo dell’America è pronto ad accogliere non solo lo straniero ricco e rispettabile, ma anche gli oppressi e i perseguitati di ogni nazione e religione; a costoro dovremmo garantire la partecipazione ai nostri diritti e privilegi, se con la loro moralità e condotta decorosa si mostrano degni di goderne». (lb)