Moschea, Roselli, Cellai e Tenerani (PdL): "Da Empoli non esclude il centro storico: noi escludiamo che abbia letto il piano strutturale"

"L'assessore sul tema ha parlato a nome del Comune, quindi il sindaco Renzi è d'accordo?"

“Siamo rimasti esterrefatti nel leggere le dichiarazioni dell'assessore Da Empoli sul tema moschea: ci domandiamo se parli a titolo personale o a nome della Giunta che rappresenta, e quindi del Sindaco Renzi. L'altra cosa sorprendente è che l'assessore alla Cultura faccia in più di una occasione
riferimento al piano strutturale della città, dimostrando chiaramente di non averlo nemmeno letto e di non conoscere, oltre alla normativa, nemmeno elementi decisivi della storia della nostra città”. Questa la dichiarazione dei consiglieri del PdL Emanuele Roselli, Jacopo Cellai e Mario Tenerani. “Se davvero avesse letto il piano strutturale – hanno aggiunto i tre esponenti del PdL –, avrebbe ritrovato scritto, a pagina 88 della relazione, ciò che ogni assessore alla cultura già avrebbe dovuto sapere, e cioè che ‘l'insediamento storico fiorentino - il centro storico quindi - nella sua eccezionalità già Patrimonio Mondiale dell'UNESCO dal 1982, non può che essere riconosciuto come centralità simbolica da tutelare in ogni elemento che lo compone. Ma mentre sulla tutela del patrimonio edilizio esistente è stato raggiunto nel tempo un livello di sensibilità, di attenzione e di regolamentazione consolidato, che attiene al linguaggio della tradizione urbanistico-edilizia, non altrettanta maturità si è raggiunta nel trattare elementi che interferiscono con l'immagine complessiva (cartelli stradali, dehors, ecc...)’. Davvero vorremmo sapere come un assessore che ha votato pochi mesi fa questo testo, e che millanta di conoscerlo tanto da citarlo trattando un argomento così delicato come la moschea, possa dichiarare: ‘Il Comune ha il dovere di garantire una prospettiva realizzabile, ed è convinto che si debba investire con decisione su questa iniziativa senza alcuna pregiudiziale, e dunque senza affatto escludere il centro storico’.
Quello che noi possiamo escludere con certezza è che l'assessore Da Empoli abbia letto il piano strutturale, dato che non è a conoscenza del fatto che il centro storico di Firenze è patrimonio dell'UNESCO da quasi 30 anni. Evidentemente per lui la moschea è paragonabile a un dehors e ‘rispecchia il linguaggio della tradizione urbanistico-edilizia fiorentina’. Qualcuno potrebbe spiegare all'assessore alla cultura (?) che Firenze era città di case torri e non di moschee?”
“Quanto al merito dell'argomento moschea – hanno sottolineato i consiglieri –, il PdL ha sempre inteso difendere i diritti sanciti dalla Costituzione fra i quali la libertà di fede e di culto. Innanzitutto è bene precisare che la costituzione (art.19) difende esplicitamente il valore della libertà di culto e non della ‘libertà ad avere un luogo di culto’. Ma al di là dell'interpretazione delle norme, non possiamo non guardare con una certa perplessità a chi rivendica e difende la libertà religiosa solo a giorni alterni. Non abbiamo infatti sentito una parola, in tutti questi mesi, innanzitutto dall'imam Izzedin Elzir, né di condanna degli attentati e delle persecuzioni, né di solidarietà alle vittime - non ultimo il ministro Bhatti - che ogni giorno vengono uccise nel mondo per la loro fede cristiana.
Senza un reale principio di reciprocità, sulla questione moschea sarà difficile arrivare a una soluzione. Non si tratta di una questione ideologica, ma di una diversa e concreta concezione di persona e di libertà che impedisce a molte persone in molti paesi islamici di vivere e professare liberamente la propria fede, o a molti islamici di convertirsi al cristianesmo senza rischiare la propria vita.”
“Troviamo inoltre singolare che tra i ‘paladini’ della libertà religiosa vi siano persone che non hanno speso una sola parola in difesa del crocefisso nelle aule scolastiche. Se esistono posizioni ideologiche sulla questione, non sono certo tra coloro che, consapevoli della propria storia e della propria identità, chiedono solamente che venga realizzato e promosso, nei fatti, il principio di reciprocità. In difesa della libertà di tutti, cristiani compresi” hanno concluso Roselli, Cellai e Tenerani.

(fdr)