67/o anniversario della deportazione nel lager di Mauthausen, stamani la cerimonia a Santa Maria Novella
Fu uno sciopero europeo, probabilmente la prima manifestazione per la pace alla quale partecipassero insieme studenti, lavoratori, persone di paesi diversi che nelle piazze sfidava apertamente la barbarie nazifascista. Era l’8 marzo del 1944 e molti pagarono con la vita quel semplice gesto di adesione alla protesta. A Firenze furono centinaia, in larghissima parte operai. Li arrestarono, li ammassarono nel Loggiato delle ex Leopoldine, in piazza Santa Maria Novella, e li caricarono sui vagoni piombati diretti a Mauthausen e altri campi di sterminio nazisti. Partirono dal binario 6 della stazione quell’8 marzo e in pochi tornarono vivi.
La città ha ricordato i suoi deportati, a sessantasette anni di distanza, con una cerimonia che si è tenuta questa mattina sotto il loggiato delle ex Leopoldine.
I Gonfaloni hanno aperto la celebrazione che ha visto presenti, tra gli altri, il sindaco Matteo Renzi, il primo cittadino della città austriaca di Mauthausen Thomas Punkenhofer, l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi, la consigliera regionale Daniela Lastri, l’assessore provinciale alla pubblica istruzione Giovanni Di Fede, la presidente della commissione pace Susanna Agostini, Alessio Ducci, presidente dell’Aned (l’Associazione nazionale ex deportati) di Firenze e Marcello Martini (il più giovane deportato italiano ma che non faceva parte di quel gruppo partito da Firenze).
Punkenhofer ha regalato a Renzi una pietra della cava di Mauthausen «per far ritornare a casa le anime dei fiorentini» uccisi nel campo di sterminio nazista.
«E’ una giornata particolare – ha sottolineato il sindaco Renzi – è la prima volta che ci troviamo qui senza la presenza fisica di chi di era stato trasportato su quel treno e dal campo di sterminio era riuscito a tornare: Mario Piccioli. Era uno di quelli che ci aveva fatto capire che cosa significa avere a cuore la memoria per poter costruire un futuro. Piccioli lo ha insegnato a molti ragazzi con uno sforzo personale che vale più di tanti discorsi».
«Questo ricordo del passato, il pensiero di Mario Piccioli e di tutti coloro che hanno vissuto quella esperienza, deve continuare. Questa è la sfida di oggi ed è un impegno che prendiamo per il futuro – ha aggiunto il sindaco – nelle ex scuole Leopoldine nascerà nel 2013 il museo del Novecento ma vogliamo mantenere viva anche la memoria storica del Novecento, non solo quella artistica e culturale.
Prenderemo il testimone di Mario e degli altri deportati e lo porteremo nel domani a testa alta e con il cuore colmo di gratitudine»
Subito dopo il momento culminate della cerimonia: al binario 6, alla stazione di Santa Maria Novella, è stata scoperta una lapide per ricordare quella pagina di storia.
Il convoglio che lasciò Firenze l’8 marzo del 1944 giunse a Mauthausen l’11. Durante il percorso verso i campi di sterminio al treno furono aggiunti a Fossoli e a Verona altri vagoni che trasportavano lavoratori che avevano scioperato. (fn)