In Palazzo Vecchio arrivano le Sentinelle della legalità'
La storia e la passione civile del giudice Antonino Caponnetto per ispirare la formazione delle generazioni future. E’ l’obiettivo del progetto ‘I giovani sentinelle della legalità’, promosso dalla Fondazione Antonino Caponnetto, che coinvolge 20 scuole toscane, delle quali due fiorentine: l’Istituto alberghiero Buontalenti e l’Istituto tecnico per il turismo Marco Polo. Gli studenti hanno messo sotto osservazione la propria comunità cittadina, definendo per ognuna un’agenda delle criticità locali come il degrado ambientale, la mancanza di trasparenza amministrativa, i tentativi di infiltrazione della criminalità.
Venerdì prossimo, nel Salone dei Cinquecento, verranno presentati alla città le azioni svolte dai giovani dei due istituti fiorentini alla presenza dell’assessore alla legalità Rosa Maria Di Giorgi e di Domenico Bilotta, responsabile nazionale scuola della Fondazione Caponnetto.
Guidati dai loro insegnanti i ragazzi del Buontalenti, ad esempio, hanno lavorato sul decoro e sull'ambiente urbano intorno al loro istituto, nel Quartiere 2, proponendo alcune soluzioni per migliorare la vivibilità: strade sicure e segnaletica chiara ed evidente, marciapiedi puliti dotati di cestini e contenitori per rifiuti, niente scritte sui muri ma previsione di spazi per i writer, aree per cani in modo da responsabilizzare sempre di più chi ha un cane a non lasciare sporco il marciapiede su cui passano bambini e anziani. Quanto alla vivibilità all'interno della scuola il tema scelto riguarda l'acqua: nell'edificio sono in funzione alcune macchinette distributrici dove è possibile acquistare bottigliette d'acqua a costi inferiori a quelli degli esercizi commerciali, ma comunque più alti di quanto costa l'acqua potabile. Inoltre, sottolineano ragazzi e ragazze, si produce una grande quantità di rifiuti di plastica. Il loro intento è quello di indagare quanto sia ampio il ricorso alle bottigliette, i costi dell'acqua e in termini di rifiuti prodotti e la fattibilità di poter scegliere l'acqua potabile.
«Con questi progetti si affronta un tema più ampio di quello della legalità – ha sottolineato l’assessore Di Giorgi – che è quello del rapporto dei giovani con la città e le istituzioni. L’esclusione dei giovani dal protagonismo civile, politico e della solidarietà è un gravissimo errore che la nostra società, sempre più spesso, commette senza valutare la conseguenza di recidere il legame tra le istituzioni e le giovani generazioni, negandosi così ogni idea di futuro e sancendo il proprio declino».
«A partire dalla scuola – ha proseguito Rosa Maria Di Giorgi – lavoriamo per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Protagonista di questo sforzo è un corpo insegnante preparato e appassionato che lavora in raccordo che i soggetti più vitali e vivaci del territorio come, in questo caso, la Fondazione Caponnetto».
«La scuola pubblica, a differenza di quanto dichiarato dal nostro Presidente del Consiglio – ha concluso l’assessore – educa i giovani a impegnarsi nella realtà, a sentire che la cosa pubblica è un bene da tutelare, a protestare contro ciò che si ritiene ingiusto e a proporre soluzioni per cambiare in meglio».
«Ogni anno – ha ricordato Bilotta – oltre cinquecento ragazzi e ragazze provenienti dalla Toscana partecipano ai campi di lavoro sulle terre confiscate alla mafia. Alla fine di questa loro splendida esperienza, pieni di entusiasmo e ricchi di passione civile, ritornano a casa, ma si scontrano con la difficoltà di proseguire nel loro impegno civile. Spesso mancano le strutture adeguate perché il mondo degli adulti ha dato spazio ad altre priorità economiche, negando ai giovani ogni protagonismo nella vita politica e civile. Altre volte sono negate loro le opportunità di partecipare e crescere nella comunità lasciando il segno distintivo delle proprie capacità.
Questo ci ha indotti a riflettere e ad elaborare un progetto grazie al quale i giovani si sentano finalmente membri consapevoli e attivi della propria comunità, responsabili dei beni comuni e difensori del territorio urbano e sociale in cui vivono.
Più in particolare, i giovani che tornano dai campi di lavoro sulle terre confiscate alla mafia possono essere i tutor di studenti e studentesse delle scuole superiori che intendono avvicinarsi all’impegno civile e sociale. Insieme, e con la partecipazione di esperti, elaborare così dei progetti di conoscenza, monitoraggio e salvaguardia del territorio in cui vivono».
«Tutte queste attività – ha proseguito responsabile nazionale scuola della Fondazione Caponnetto - hanno l’obiettivo di far maturare da un lato la consapevolezza del territorio in cui si vive quale bene comune e, dall’altro, offrire ai giovani l’opportunità di un nuovo protagonismo che irrompe nella società civile e politica per offrire le loro competenze, le sollecitazioni, i bisogni, il disegno di una comunità di cui sono membri a pieno titolo». (fn)