Centro di rottamazione del Ferrale, Grassi (Spini per Firenze): "Una situazione anomala che non è stato possibile neppure chiarire in aula"
Questo l’intervento del consigliere Tommaso Grassi (Spini per Firenze):
“Nella discussione della delibera abbiamo depositato e sottoposto al voto prima una mozione pregiudiziale, che chiedeva di rinviarne la discussione a quando fossero stati affrontati e chiariti nelle sedi consiliari opportune i numerosi aspetti che ancora rimanevano senza risposta, e con ben 14 emendamenti proponevamo al Consiglio di modificare, integrare e chiarire meglio alcuni aspetti della delibera e della convenzione ad essa allegata. Abbiamo definito la delibera e la vicenda ad essa collegata una anomalia sotto diversi punti di vista, e con altrettanta sincerità non abbiamo ritenuto di votare a favore della delibera in quanto ci è apparso davvero poco opportuno deliberare l’apertura di una struttura industriale di quelle dimensioni senza che i nostri interrogativi potessero ricevere una risposta e senza che fossero state realizzate le necessarie infrastrutture e opere di mitigazione.
La portata della delibera votata riteniamo vada ben oltre la semplice riapprovazione, dovuta alla mancata firma della convenzione e alla modifica del progetto rispetto a quello approvato nel 2008: il Consiglio avvalora la regolarità del procedimento finora svolto non solo dal Comune, ma anche dalla Provincia, a quel che ci risulta senza avere piena conoscenza e coscienza dell’intero iter.
Fin dall’inizio del mandato avevamo chiesto che la vicenda venisse affrontata nelle sedi adeguate in maniera da avere chiari alcuni aspetti, ma anche nel caso della indagine della Commissione urbanistica sui casi Quadra, fu impossibile analizzare gli atti in quanto temporaneamente in possesso della Procura della Repubblica. Ecco che i motivi della mancata firma della Convenzione, dei passaggi dell’iter provinciale che ha sostituito il permesso a costruire, la difformità tra i progetti dovuti al mancato possesso da parte della proprietà di 2 particelle, facenti parte della variante urbanistica ratificata nel 2007 dal Consiglio Comunale ma non più facenti parti dell’ultimo progetto sono rimasti, per noi, aspetti oscuri e su cui il Consiglio ha deciso di mettere una pietra sopra, dando il via libera alla messa in esercizio dell’impianto, senza però conoscere, almeno noi siamo in queste condizioni, risposte certe e documentate.
I nostri emendamenti sono stati inesorabilmente bocciati da una maggioranza che non ha avuto neppure la dignità di rispondere alle nostre parole argomentando la propria contrarietà e che non ha avuto neppure il coraggio politico di portare avanti una condivisibile proposta di emendamento per la realizzazione di un osservatorio e di un attento monitoraggio sulla viabilità preferendo far approvare un semplice ordine del giorno che ha un valore molto inferiore, praticamente nullo.
Noi andremo di fronte ai cittadini, come abbiamo già fatto nelle scorse settimane, presentando tutti i punti non ancora definiti e sottolineando tutti quegli aspetti che non vanno nell’ottica dell’interesse pubblico e della collettività nell’atto approvato dal Consiglio: ci farà sorridere se poi, di fronte a rilievi formali e alla possibilità offerta dai nostri emendamenti di modificare la convenzione, qualcuno ci verrà a dire ‘ma noi abbiamo fatto un atto collegato’.
Non può essere solo l’aumento del progetto delle opere di viabilità e ambientali, aumentate da 800 mila a 1,8 milioni di euro, peraltro dovute anche al passaggio da progetto definitivo ad esecutivo, a poterci convincere a rilasciare un’autorizzazione all’apertura, soprattutto se si considera che opere strettamente necessarie all’attività del centro di rottamazione vengono fatte passare come opere a scomputo, quindi da sottrarsi, agli oneri di urbanizzazione.
I residenti, e noi con loro, sono profondamente preoccupati per quelle che potranno essere le ripercussioni sul tessuto viario della zona, di dimensioni assai ridotte, su cui i camion, bilici e snodati cominceranno a passare. Vogliamo su questo essere tassativi ed affermare che, secondo noi, è un vero e proprio azzardo, che danneggerà i residenti, aver permesso l’apertura dell’impianto senza che sia stata realizzata preventivamente la viabilità e le opere di compensazione ambientale, che è bene ricordare non sono optional facoltativi ma obblighi di legge senza i quali questo complesso industriale non avrebbe dovuto poter essere attuato. Visto l'atteggiamento del Consiglio dimostrato lunedì siamo fermamente preoccupati che ancora una volta questioni che dovrebbero essere di pertinenza della politica e dell'amministrazione potrebbero diventare oggetto, con i ricorsi che potrebbero essere presentati, di attenzione dell'Autorità Giudiziaria”.