Publiacqua, Torselli (PdL): "La ‘rivoluzione' annunciata dall'azienda è un bluff che porterà solo svantaggi ai cittadini"

Presentata un'interpellanza: "Cosa ne pensa il sindaco Renzi?"

“Il nuovo regolamento approvato dalla AT0 3 che introduce, tra le altre cose, il tanto discusso adeguamento del deposito cauzionale e la possibilità da parte dell'ente erogatore del servizio di interfacciarsi direttamente con l'utente privato finale è un grande bluff e non porterà alcun vantaggio ai cittadini, anzi, a molti potrebbe invece procurare disagi ed aumenti delle bollette”. Questo quanto dichiarato dal consigliere del PdL Francesco Torselli.
“Sono molti i punti poco chiari - spiega Torselli - o illustrati in maniera sommaria e forse anche ingannevole per i cittadini, a cominciare proprio da quanto si è detto sul famigerato deposito cauzionale: la storia che, quei cittadini che optano per avere l'addebito della bolletta di Publiacqua direttamente sul proprio conto corrente bancario sono esentati dal versamento del deposito cauzionale, vale per quegli utenti che hanno presso la loro abitazione una fornitura diretta da parte della ditta erogatrice del servizio (abitazioni unifamiliari, bifamiliari, villini, villette, ecc...), ma non riguarda assolutamente chi vive nei grandi condomini; in questo caso, visto che Publiacqua emette una sola fattura per la totalità delle utenze, occorrerebbe che un inquilino, o l'amministratore di condominio, facesse addebitare sul proprio conto corrente l'intero importo della bolletta e poi si occupasse personalmente di farsi rimborsare ogni singola quota parte dagli altri inquilini, stando anche al rischio di eventuali situazioni di morosità. Fantascienza”.
“Altro punto per niente spiegato nel dettaglio ed in maniera chiara ai cittadini - prosegue il consigliere - riguarda la possibilità di non usufruire più, da parte degli utenti, dei cosiddetti 'letturisti' e di farsi recapitare la bolletta direttamente da Publiacqua. E ancora una volta gli inquilini dei grandi condomini si troveranno anziché avvantaggiati, decisamente penalizzati. Infatti, per poter fare questo passaggio, ogni singolo inquilino dovrà, come prima cosa ed a proprie spese, istallare un nuovo contatore in una nicchia esterna alla propria abitazione e successivamente dovrà fare i conti col fatto che Publiacqua gli recapiterà, sì, una fattura personalizzata, ma a fare fede per il calcolo delle spese, continuerà ad essere il contatore generale del condominio. Questo significa che se si dovesse verificare una perdita qualsiasi all'impianto, ogni condomino sarà costretto a pagarla, indipendentemente che il proprio contatore la abbia o no rilevata”.
“Curioso, a tal proposito, che il Presidente di Publiacqua - commenta ancora Torselli - abbia denunciato il fatto che alcuni 'letturisti' avrebbero ripartito il deposito cauzionale tra i condomini dei palazzi in parti uguali e non secondo i reali consumi di ogni singolo utente, facendo come esempio in una sua dichiarazione quello di una famiglia e di una lavanderia ubicate nello stesso palazzo. Appare strano che il Presidente di Publiacqua si sia dimenticato che un'utenza come ad esempio una lavanderia situata all'interno di un palazzo, abbia un allacciamento alla rete idrica indicato come 'Grande Uso Produttivo' e pertanto trattato in maniera a parte rispetto alle utenze domestiche. Piuttosto, facendo pagare il deposito cauzionale solo a chi ha un effettivo consumo di acqua, come chiede il Presidente d'Angelis, si fa 'un regalo' a quei grandi proprietari immobiliari che si permettono di avere appartamenti lasciati sfitti o inutilizzati. Infine, è veramente apprezzabile come il Presidente di Publiacqua cerchi di nascondere quello spiacevole dato che indica nell'acqua di Firenze e dei suoi dintorni, l'acqua più costosa d'Italia. Il Presidente d'Angelis continua a sostenere che il consumo medio di una famiglia fiorentina sia di poco superiore ai 100 metri cubi l'anno, mentre, dati alla mano, è facilmente dimostrabile che in realtà il consumo medio di una famiglia si aggira su cifre quasi doppie. E con questi dati, gli italiani che pagano l'acqua più cara sono proprio i fiorentini ed i cittadini degli altri comuni serviti da Publiacqua”.
“Dunque la 'rivoluzione' tanto annunciata da Publiacqua altro non è che un tentativo dell'azienda di entrare nel business dell' utenza privata - conclude Torselli - un bluff che non avvantaggia assolutamente i cittadini, ma li pone di fronte ad un futuro pieno di disagi e di intrecci burocratici che serviranno solo a complicare loro la vita. A tal proposito ho presentato un'interpellanza al Sindaco Renzi, tra i firmatari del nuovo regolamento di ATO3, per sapere se condivide o meno questa serie di infelici, a mio modo di vedere, scelte aziendali”.

(fdr)