Tramvia, De Zordo: "Nessuna Valutazione di impatto ambientale né rispetto della norma sulle prescrizioni. Parte molto male la cantierizzazione delle linee 2 e 3"
Queste le dichiarazioni della consigliera Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà:
“La procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è stata esclusa dal Comune di Firenze con una decisione discutibile (mancano approfondimenti, manca trasparenza) ma legittima, a patto però che ricorrano le condizioni previste dalla legge. La normativa (legge 79/98, Norme Tecniche) definisce così il punto dirimente per la decisione: se "gli impatti critici sono conosciuti e mitigabili" il progetto prosegue con prescrizioni - si adottano misure di mitigazione e si implementa un monitoraggio; se invece "gli impatti critici non sono conosciuti" deve essere obbligatoriamente avviata una procedura di VIA per raccogliere ulteriori informazioni utili ad approfondire il progetto;
La decisione di escludere la procedura di VIA doveva quindi essere ben motivata, e le ragioni dovevano emergere dalla Relazione di compatibilità urbanistico-ambientale e dal Rapporto istruttorio. Ma in realtà non è così.
Uno degli aspetti di criticità è senz’altro la fase di cantierizzazione e l’interferenza con il traffico esistente. La Relazione di compatibilità urbanistico-ambientale stilata dai progettisti per il prolungamento della linea 3 (da viale Strozzi lungo i viali in direzione Firenze sud) riporta scritto, come unico contributo al riguardo: “l’impatto più rilevante, in fase di realizzazione, è rappresentato dal restringimento della sezione stradale e, di conseguenza, da una riduzione di capacità della strada”[...] "ad esempio, prendendo in considerazione viale Lavagnini […] approssimativamente il 67% del traffico veicolare continuerà ad essere smaltito dal viale, mentre il 33% dovrà essere deviato lungo altre direttrici”. Immaginiamoci solo per un attimo viale Lavagnini ridotto di 1/3: uno scenario da brividi. Ci si aspetterebbe che siano indicate le "altre direttrici" (cioè le mitigazioni previste dalla norma per evitare la VIA). E invece no: “a tal proposito, nelle successive fasi di progettazione, si dovrà implementare un adatto piano di cantierizzazione che individui tutte quelle ipotesi di viabilità alternativa che abbiano minori impatti sul territorio in termini di traffico, emissioni, rumorosità”. Consideriamo che viale Lavagnini è stato preso come esempio, per il resto del tracciato non c’è neanche questo, e in 567 pagine dello studio questo è tutto quello che si dice sull’interferenza dell’opera con il sistema della mobilità.
E questo sarebbe un "impatto conosciuto e mitigabile"? Sulla base di queste “considerazioni” si è proceduto ad escludere ulteriori approfondimenti e la VIA?
Ancora un esempio dalla Relazione di compatibilità urbanistico-ambientale per la linea 2, variante stazione Alta velocità: “l’impatto sul traffico sarà rilevante durante la costruzione […] per questo motivo il Comune di Firenze dovrà prevedere piani di circolazione compatibili con le ipotesi di accantieramento (ancora da definire) e con la circolazione esterna dei materiali di risulta in allontanamento e di cava in approvvigionamento”. D’altra parte i Rapporti istruttori redatti dalla Direzione nuove infrastrutture del Comune si adeguano a tale impostazione: “si dovrà pertanto eseguire una analisi dello stato attuale e futuro relativo alla circolazione stradale, in modo da individuare le possibili soluzioni che permettano di non avere congestioni del traffico inaccettabili” (Rapporto istruttorio linea 2).
E' quindi sotto gli occhi di tutti che siamo in una situazione molto pericolosa in grado di pregiudicare una realizzazione positiva delle infrastrutture necessarie alle linee 2 e 3 della tranvia. L'amministrazione comunale sta per aprire cantieri della durata di alcuni anni, che interferiranno con il già pesante traffico veicolare, e i cui effetti si sommeranno a quelli dei cantieri dell'Alta velocità, e ha scelto di non approfondire gli studi da una parte e dall'altra di non rendere trasparenti né i progetti né le decisioni attraverso una normale procedura di VIA, sulla base di considerazioni del tipo di quelle sopra riportate. E' come se, in merito alla costruzione di un edificio in un'area sismica, ci si limitasse semplicemente a dire 'fatelo robusto'".(fd)