De Zordo: "da Empoli, una delega al déjà vu"

"L'assessore ‘alla cultura e alla contemporaneità' è riuscito in un sol colpo a smentire l'una e l'altra delle due prestigiose deleghe"

“Mi riferisco alla sua risposta alle direttrici della Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti e del museo dell'Accademia, che è al tempo stesso niente affatto colta e molto vecchia. Con tono stizzito, insulta le due funzionarie colpevoli di aver incalzato il Sindaco sul recente accordo col Ministero smentendo la sua trionfale affermazione di aver ‘portato’ alla città fondi aggiuntivi. Sbagliato, hanno chiarito le due funzionarie senza tanti giri di parole, semmai l'accordo sottrae fondi alla città, perché Firenze non avrà un euro in più e si dovrà pure far carico delle spese per il completamento dei Grandi Uffizi al posto del Ministero.

Evidentemente questa chiarezza non è piaciuta; da Empoli risponde per il sindaco eludendo del tutto il merito della questione e usando una modalità così volgare che nessun amministratore pubblico - qualunque delega abbia in mano - dovrebbe usare. Ma in più da Empoli tradisce una impostazione misogina di così vecchio stampo da collocarsi, lui sì, tra i reperti polverosi che vanno ben oltre le ‘vecchie zie’.

E mentre l'Italia si va animando di manifestazioni di piazza volute e organizzate da donne che dicono Basta! all'uso strumentale della loro immagine oltre che dei loro corpi, mentre sulla stampa si levano sempre più voci critiche contro la cultura sessista e misogina che ancora dilaga nell'Italia berlusconiana, mentre si riapre – speriamo - un ragionamento più ampio sul ruolo delle donne che va oltre un moralismo perbenista, insomma proprio nel momento in cui la contemporaneità può forse dire qualcosa di più su questo nodo irrisolto dei diritti di genere, il nostro ‘giovane’ assessore si rivela incredibilmente confinato tra chi, non avendo argomenti, si appiglia a consunti stereotipi di genere.

Magari, prima di disprezzare pubblicamente istituzioni culturali così vitali e prestigiose, potrebbe guardarsi i cataloghi delle attività di Pitti e dell'Accademia. Potrebbe in tal modo scoprire la mole di studi, ricerche, pubblicazioni, mostre, eventi con artisti di fama internazionale che negli ultimi anni hanno arricchito questa città. Mentre sarebbe difficile scovare una parvenza di vitalità nell'attività dell'effimero assessore.

Davvero, dopo quest'ultima uscita, da Empoli dovrebbe cambiare deleghe; meglio ancora, Firenze dovrebbe cambiare assessore alla cultura”.

(fdr)