Parco della Musica, Giocoli (PdL): "Preoccupazione sui tempi incerti di realizzazione e sugli alti costi di gestione vista la crisi del settore Cultura in Italia"

Questo l’intervento della vicecapogruppo di Futuro e Libertà Bianca Maria Giocoli dopo il sopralluogo delle commissioni Urbanistica e Cultura al cantiere per il nuovo Parco della Musica.

“E’ stato un sopralluogo molto interessante quello di stamani al parco della Musica e, sicuramente, l’opera una volta finita sarà un ulteriore fiore all’occhiello della nostra città nel mondo. Ma le preoccupazioni sono tante e lasciano dubbi irrisolti.
Sicuramente la scadenza di dicembre sarà rispettata e il concerto inaugurale nella sala sinfonica ci sarà ma il giorno dopo cosa succede? Rimarrà una cattedrale nel deserto nell’attesa della seconda fase dei lavori? Un cantiere infinito? In quanto tempo avverrà il completamento dell’opera che consentirà conseguentemente lo sfruttamentointegrale della stessa?
E i costi di gestione? La crisi del teatro fiorentino, ma più in generale della Cultura in Italia, non ci sembra un buon viatico per la nuova opera.
Ci saranno difficoltà enormi amantenere i livelli ottimalidi manutenzione della struttura se questa non potrà essere usata a pieno regime, e nello stesso tempo solo un pieno regime di utilizzo tutto l’anno con un calendario su 365 giorni potrà consentirne la sopravvivenza.
Gli investimenti che lo Stato deve garantire non possono, seppure ingenti, essere finalizzati solo a finire l’opera, ma soprattutto a consentirne poi l’utilizzo. È anche vero, d’altro canto, che non si può aspettare solo la manna dal cielo, ma va fatta una ricerca a tappeto di partner privati anche stranieriche possano concedere finanziamenti. Un settore ormai all’asfissia come è oggi quello culturale come può pensare di mantenere una struttura del genere? Con la divina provvidenza?
Il crollo dei finanziamenti statali e il regime ‘dimagrante’ di Tremonti hanno fatto precipitare tutto il mondo culturale in un abisso e quindi una nuova opera così imponente ci fa preoccupare. Se non è associata fin da subito ad una prospettiva di azione diversa, ad una politica di management adeguata.
Ormai, un dato di fatto è che i tagli dei finanziamenti statali si traducono in un calo della quantità di produzione e in riduzione del numero degli spettacoli, e di ciò si giovano i teatri di altre nazioni anche emergenti. Quindi, per evitare tutto ciò e soprattutto per evitare che il Parco della Musica nasca già con handicap e limiti, e nel frattempo che l’opera viene finita,ci auguriamo chel’Italiapossa darsi una svolta, un cambio di passo. Il nostro futuro, il progresso dell’Italia deve passare dalla Cultura e nella Cultura checché ne pensi Tremonti”.

(fdr)