Partecipate, Grassi: "Le farmacie dopo la vendita delle quote del Comune dipenderanno dalla redditività?"
“La delibera che autorizza la vendita delle quote che il Comune di Firenze attualmente detiene nelle società di Centrale del Latte e di AFAM non ci convince affatto ed è la conferma dell’indirizzo di esternalizzazione, da noi mai approvato, del consiglio comunale dello scorso mandato. Lo afferma il consigliere comunale Tommaso Grassi. “Vendere le quote della società delle farmacie, che vede la maggioranza detenuta da un socio privato che già oggi si permette di
non consegnare i bilanci delle singole farmacie alla Commissione Controllo e ha un atteggiamento non consono ad una società di cui il Comune è socio, appare adesso come l’ammissione di impotenza di fronte al potere del privato e apre le porte ad una gestione incentrata su logiche di bilancio e non sull’offerta diffusa sul territorio e indipendente dall’utile. Siamo così sicuri che una vendita delle quote comunali non comporti la chiusura delle farmacie dove i bilanci non sono positivi, comportando che zone intere della Città siano private del proprio presidio farmaceutico ? Ci sembra che prima di qualsiasi logica economica il Comune debba porre la salvaguardia dei presidi sul territorio, che rappresentano sempre più spesso punti per la piccola emergenza , soprattutto alla luce del fatto che il bilancio dell’azienda AFAM è in attivo. Anche la stessa delibera ammette che viene decisa la dismissione delle quote ‘pur non corrispondendo immediatamente ad un obbligo normativo’, e allora ci chiediamo perché si è deciso di inserirla in una delibera che viene presentata come mero adempimento ad una normativa. – conclude Grassi – Le rassicurazioni che ci sono state
date non sono soddisfacenti e non ci convince neppure dover votare un atto che viene contraddetto nel merito dai numerosi annunci che hanno riempito i giornali nelle ultime settimane su numerose partecipate come Silfi, Sas, Ataf, Mercafir, Quadrifoglio e Firenze Parcheggi, e che rappresenta solo un atto parziale che spezzetta la gestione delle
proprie quote senza delineare un quadro complessivo e preciso del futuro delle aziende partecipate dal Comune.”
(lb)