Variety, Stella, Alessandri, Roselli e Torselli (PdL): "Raccolte oltre 500 firme in pochi giorni per mantenere aperto il cinema"

"Ora il Comune predisponga un piano cinema e di recupero degli immobili dismessi"

Questo l’intervento dei consiglieri PdL Marco Stella, Stefano Alessandri e Francesco Torselli


“In pochissimi giorni abbiamo raccolto oltre 500 firme per chiedere all’amministrazione comunale di mantenere aperto il cinema Variety. Il cinema è una risorsa per il quartiere, non possiamo permetterci di perderlo, per questo abbiamo chiesto di firmare a tutti coloro che hanno a cuore i cinema di quartiere e la valorizzazione dell’attività cinematografica.
La vicenda del Varietyè soltanto l’ultima di una lunga serie di chiusure di sale cinematografiche a Firenze dal 1990 ad oggi e mai più riaperte: Ariston, Edison, Odeon, Astra, Ciak Atelier, Excelsior, Gambrinus, Goldoni, Ideale, Stadio, Supercinema, Nazionale, Teatro della Compagnia, Vittoria tanto per citarne alcuni, per non parlare dei cinema parrocchiali od amatoriali scomparsi da un giorno all’altro. La politica portata avanti dalla grande distribuzione di aumentare il numero degli schermi, pur con capienza ridotta (nel 2006 si contavano 46 schermi contro i 22 del 1993) non ha portato più spettatori nelle sale fiorentine. Anzi, il ricorso alle multisala, ultima quella che sarà realizzata a Novoli, porterà alla chiusura inevitabile delle sale cittadine ancora aperte (come il Flora ed altre) perché questo rientra nei piani della grande distribuzione e dei grandi gestori. Questo perché a fronte di una crisi di spettatori che rende diseconomico per le proprietà gestire cinema con poche presenze in costante calo, si avverte la mancanza di una strategia economica delle amministrazioni locali che si limitano a porre o mantenere vincoli edilizio-urbanistici privi di senso, ma che di fatto, impediscono ristrutturazioni mirate delle sale chiuse e degli edifici che le ospitano. Occorre oggi più che mai un piano per valorizzare i cinema che esistono a Firenze e contestualmente unpiano per recuperare gli immobili dismessi.
In molte città italiane si sono recuperati edifici già ospitanti cinema per adibirli a spazi multifunzioni ove, tuttavia, la presenza della sala di proiezione è garantita fosse anche solo per proiettare filmati YouTube. Non solo. L’amministrazione comunale di Bologna ha predisposto una serie di misure di carattere fiscale e commerciale finalizzate ad incentivare e tutelare gli esercizi cinematografici. Ad esempio l’esenzione dall’imposta di pubblicità per le insegne, la tariffa minima di Tarsu, l’esenzione dal canone di occupazione del suolo pubblico. Anche negli altri paesi europei si è capito che la strada unica della multisala non è sufficiente a rivitalizzare il settore e si è quindi pensato di affiancare circuiti di sale cinematografiche tradizionali che attirano il pubblico delle famiglie e dei giovani.
I cinema sono punti di presidio culturale e di aggregazione fondamentali all’interno di una città, soltanto la miopia istituzionale potrebbe portare a preferire i multisala alle attività di quartiere.
Faremo di tutto per scongiurare che al lungo elenco di sale cinematografiche chiuse a Firenze si aggiunga anche il Variety”.

(fdr)