Bonifazi a Galli: "Io scrivo sotto dettatura? Lui ha bisogno di un tutore"

“Galli prima mi accusa dicendo che i miei interventi sono eterodiretti, poi che non sono in grado di mettere insieme un intervento sensato: l’unica cosa sensata che vedo è che, certamente, a lui nessuno scrive gli interventi. E’ sufficiente infatti sentirlo parlare”. Lo afferma il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi, commentando le parole di Giovanni Galli (Pdl).

“In mezzo al vuoto totale di proposta politica - sostiene Bonifazi - cerca sulla questione Assi Giglio rosso di crearsi un’improbabile identità giustizialista al punto di credere, nelle dichiarazioni di ieri, di essere l’artefice del convincimento del Gip a chiedere il sequestro confondendo ogni principio di imparzialità e terzietà che contraddistingue l’azione della magistratura rispetto anche alle dinamiche politiche. Ma so che queste parole, forse, non gli sono familiari”.

“Invece di giudicare i miei interventi farebbe bene a giudicare l’andamento della sua azione politica da quando è stato eletto - continua Bonifazi -. Ha perso per la strada un terzo dei consiglieri del proprio gruppo, ha minacciato lui stesso di uscire dal Pdl dove è capogruppo, con il risultato che la dirigenza nazionale ha smesso di dargli ascolto. Inoltre nessuno ha ancora chiaro perché durante tutti gli incontri con i capigruppo debba essere accompagnato da qualche altro componente del Pdl, come se avesse bisogno di un tutore e non sapesse far da solo”.

“In sostanza - conclude - prima di preoccuparsi di me e del Pd credo che Galli, con una elementare autocritica, possa rendersi conto dei grandi e gravi problemi che ha con il proprio gruppo e con l’intero Pdl. Ma in fondo ha ragione Galli: ognuno deve fare le cose che sa fare. Io non cercherò nuovi look perché il vero campione è certamente lui, però smetta di parlare e dare giudizi di cose che non sa”. (edl)