Egitto, la presidente della Commissione Pace Agostini (PD): "Non c'è giustizia senza giustizia sociale"
Questo l’intervento della Presidente della commissione Pace Susanna Agostini (PD)
“Siamo allarmati nell’apprendere che il leader dell'opposizione laica in Egitto, Mohamed El Baradei, premio Nobel per la Pace e cittadino onorario di Firenze dal 2007, è stato bloccato dalla polizia. La giornata di oggi si sta dunque evolvendo in modo tragico. Le condizioni di vita, le disuguaglianze sociali, stanno facendo esplodere una rabbia inaudita. Il dato che dà la misura è che il 42% degli egiziani vive con un dollaro al giorno, il 30% non sa leggere e scrivere, la disoccupazione è dilagante, la corruzione è ovunque. Donne e bambini abbandonati sotto i ponti vivono di elemosine.
La manifestazione annunciata che si sta svolgendo in queste ore al Cairo è una rivolta sociale e generazionale. Le ragioni del diffuso disagio, sono le stesse che si ritrovano anche in altre realtà maghrebine, come quella tunisina: la mancanza di prospettive di lavoro per le giovani generazioni, l’ingiustizia sociale elevata alla massima potenza, una rivendicazione di libertà e di diritti che si scontra con le chiusure di un potere incapace di rinnovarsi. Giorni fa El Baradei sosteneva: «È inevitabile, il cambiamento deve arrivare. E il motore di questo cambiamento sono i giovani. È la generazione sotto i trent’anni, il 60%della popolazione egiziana, personeche non hanno alcuna speranza, alcun futuro, ma neanche nulla da perdere».
Abbiamo il dovere di tenere alta l’attenzione istituzionale su questo che potrà diventare un’ulteriore scintilla di conflitto nel Medio Oriente. Per questi motivi, accogliamo l’appello che ci ha fatto questa mattina Fabio Laurenzi presidente dell’ONG Cospe (Cooperazione e sviluppo paesi emergenti), la cui sede nazionale è a Firenze. Dobbiamo restare vicini a quei fiorentini, operatori Cospe, che al Cairo stanno svolgendo da tempo importi attività di cooperazione e solidarietà.Facciamo nostri i motivi di forte preoccupazione contenuti nell’appello”.
(fdr)
Segue il testo dell’appello del Cospe
Firenze, 28 gennaio - Stiamo assistendo a un momento storico: la rivolta del Maghreb. Dalla Tunisia all’Egitto passando per l’Algeria la protesta di migliaia di persone contro regimi opprimenti e liberticidi sta estendendo la sua forza fino allo Yemen.
Dopo il successo della Tunisia e la cacciata del presidenteBen Ali la rivolta si è estesa contagiosa anche all’Egitto dove in questi giorni si sta combattendo un vero braccio di ferro tra manifestanti ed Esercito. Dopo il “giorno della Rabbia” del 25 gennaio, è attesa per oggi un’altra imponente manifestazione che ha convocato tutti dopo la preghiera delle 13.00 nelle moschee di tutta la città.
Sono giorni convulsi caratterizzati da una grande mobilitazione dei social media e della cosiddetta informazione alternativa, quella più libera anche in paesi sottoposti a censura, quella più usata da giovani per convocarsi, organizzarsi, contarsi. Proprio come è accaduto per la manifestazione del 25 gennaio scorso al Cairo, Suez e Alessandria,quando più di 30.000 persone sono scese in piazza. Un successo che ha però avuto il suo prezzo da pagare in termini di arrestati (ad oggi se ne contano 1000), di morti (5 ufficiali dall’inizio degli scontri) e di feriti, migliaia.
Come COSPE, ong che lavora nel Paese fin dal 1998 ed è presente in questi giorni in Egitto con personale espatriato che ci aggiorna costantemente sull’evoluzione delle vicende, riteniamo che in un momento come questo anche l’attenzione dei media italiani, tv radio, siti, debbano concentrarsi sugli eventi egiziani. Seguirli da vicino vuol dire anche impedire che la polizia agisca indisturbata e coperta, vuol dire impedire che vengano trasmessi solo messaggi di comodo per il Governo che tenta di agitare lo spauracchio del fondamentalismo islamico di fronte all’Occidente. Anche se finora inpiazza si è vista solo società civile organizzata. I tanto temuti Fratelli Musulmani hanno aderito solo ieri sera alla manifestazione e non sono certo tra gli organizzatori. Esiste anche in Egitto una società laica e impegnata che vuol far sentire la propria voce.Da ieri notte internet è stato oscurato e i cellulari bloccati. Ancheda Al Jazeera diconoche il segnale satellitare è disturbato. Crediamo che purtroppo tutto questo preluda a uno scontro frontale e finale tra manifestanti e Esercito, questo pomeriggio. Sarà una vera prova di forza e come ong crediamo che sia nostro dovere sostenere la lotta per i diritti ela libertà di espressione.
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