Giovani, istruzione e cultura, Cruccolini (SEL): "Sì alla proposta dell'assessore Di Giorgi"
Questo l’intervento del capogruppo di SEL Eros Cruccolini a seguito del dibattito comparso in questi giorni sulle pagine del “Corriere Fiorentino”.
(fdr)
“L’Assessore Di Giorgi fa una proposta che condivido perché, così come molti di noi, ha sicuramente vissuto in modo coinvolgente quanto l’ISTAT ha certificato nei giorni scorsi: un giovane su cinque non studia e non lavora. All’Italia il record UE negativo (ci batte solo Malta!). Il nostro territorio, che pure ha tradizioni eccellenti di cultura, istruzione, creatività, non si difende meglio del resto della nazione.
Nelle parole del Capo dello Stato, nel discorso di fine anno, c’è stata una richiesta chiara: “più istruzione e più investimenti per la ricerca” e questa richiesta non può che leggersi come una preoccupazione forte per il futuro dei giovani e quindi per il futuro di questo Paese. Che, parafrasando e ironizzando il titolo di un film dei Fratelli Cohen, “Non è un Paese per giovani”.
Ben vengano pertanto tutte le proposte che possano dare un impulso e far ritrovare una strada di speranza al nostro territorio. Perché, in fondo, cosa trova un giovane oggi nelle parole della politica? Scetticismo e disillusione, precarietà e declino e pochi disposti a credere nelle sue idee.
La speranza e la capacità di sognare, di inventare, di valorizzare le proprie competenze, sono le leve più potenti che possono muovere verso un cambiamento e dalle quali ripartire.
Come istituzioni abbiamo il dovere di passare dalle analisi dei numeri e dalla denuncia politica di scelte sbagliate, di riforme che portano verso i risultati che stiamo appunto osservando preoccupati, alla proposta di soluzioni, di dialoghi, di azioni nei confronti della domanda delle imprese, magari con l’introduzione di incentivi, o con la realizzazione di progetti che promuovano il coinvolgimento degli studenti e dei neo laureati in iniziative tipiche del nostro mondo imprenditoriale. Di accentuare la nostra attenzione sugli abbandoni scolastici, capendone le motivazioni. Dobbiamo di conseguenza promuovere progetti di educazione per gli adulti e chiedere alla Regione, così come avviene in altre realtà europee e regionali il “salario di disoccupazione”. Incentivare da tutti i punti di vista i Centri Territoriali per l Impiego nell’orientamento formativo. Perché un territorio che trascura i giovani è un territorio destinato al declino.
L’Assessore di Giorgi, che sta svolgendo il suo ruolo con grande passione e competenza, ha avuto la sensibilità di voler porre all’attenzione della cittadinanza questi problemi, chiedendo di convocare un Consiglio Comunale aperto, con la presenza di tutti i soggetti sociali per parlare di questo e affrontare a 360 gradi questo problema .
E, coinvolto da questa sua iniziativa, vorrei andare più in là, o forse un po’ più indietro per cercare una soluzione al “momento prima”.
E’ vero che la nostra proposta culturale è così accessibile in questa società che offre tanto, ma solo a chi ha i soldi per comperarlo? La cultura genera cultura e, a sua volta, proposta di una cultura nuova. Quanti giovani possono “nutrirsi” in modo adeguato di questo “alimento” per poter poi a loro volta generare “cultura”? E’ una domanda che mi sono fatto e alla quale penso che vi sia una sola risposta. E’ vero che il percorso dell’istruzione dell’obbligo si è allungato. Ma un “patrimonio culturale” di una persona non è fatto solo dalla scuola. Ha bisogno di quegli apporti che lo completino: l’apprezzamento della musica, di un’opera di pittura o di scultura, di un’opera teatrale. A quanti giovani è aperto e consentito l’accesso a tutto ciò che sarà il “motore” della loro voglia di continuare a “conoscere”, “sperimentare”, “brevettare”, “creare” con questa crisi economica , con questi tagli voluti dal Governo, se non addirittura ricompresi in quelle fasce definite di “nuove povertà”?
Forse, è su questo primo “step” che le istituzioni dovranno cominciare a investire, aprendo le porte della cultura a tutti i giovani, anche a quelli che non hanno possibilità economiche per accedervi, trovando forme di gratuità per le fasce sociali più deboli. Presenterò al Consiglio Comunale una mozione per richiedere questo, perché come dice un bello slogan, la cultura non si mangia, ma rende liberi!”