Giornata della memoria, la Shoah in classe

Percorsi formativi, film e uno spettacolo teatrale: ecco il programma dell'assessorato all'educazione per non dimenticare il dramma del popolo ebraico

Percorsi formativi, proiezioni di film, spettacoli teatrali. Attori, artisti e storici ci vengono in aiuto per ricordare. Per provare a capire come l’uomo poté arrivare a tanta crudeltà. Per non dimenticare l’Olocausto, i fili spinati, i numeri tatuati su un braccio, i vagoni blindati, le camere a gas. Stanno per partire, a Firenze, le iniziative organizzate dall’assessorato all’educazione per la ‘Giorno della memoria’ (che si celebrerà il 27 gennaio). Con un protagonista: il mondo della scuola. E una novità assoluta: il corso di formazione per gli insegnati delle scuole secondarie di primo grado
Sono 550 gli studenti delle scuole primarie Ancelle di Maria, San Pier Martire, Santa Teresa e delle scuole secondarie di primo grado degli istituti comprensivi Don Milani, Dino Compagni, Gandhi, Puccini, Galluzzo/San Brunone, Verdi, Masaccio/Calvino, Centro Storico coinvolti in un programma di iniziative partito già da alcuni mesi.
«Con la ‘Giorno della memoria’ – ha ricordato l’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi il programma di eventi organizzati dall’amministrazione comunale – si vuole ricordare e portare un omaggio alle vittime della Shoah, ma anche far comprendere all’uomo che uomini come noi sono stati capaci di fare questo e che “quello che è accaduto non deve più accadere”.
Per difendere il significato della memoria e mantenere viva la trasmissione dei valori, abbiamo promosso diverse iniziative rivolte ai docenti e ai giovani studenti fiorentini».
«Anzitutto, e questa è una novità assoluta per Firenze – ha proseguito l’assessore – c’è il percorso formativo rivolto ai docenti delle scuole secondarie di primo grado ‘Storia e Memoria del Novecento’ svoltosi, nel periodo novembre-dicembre, presso l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana , con particolare attenzione alle problematiche della memoria pubblica e delle sue possibili declinazioni a scuola nella fascia di età preadolescenziale».
«Giovedì, per celebrare il Giorno della Memoria – ha proseguito Rosa Maria Di Giorgi - gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado fiorentine, sono invitate al Ridotto del Teatro comunale, alla proiezione del film ‘L’isola in Via degli uccelli’ di Soren Kragh-Jacobsen tratto dal romanzo omonimo di Uri Orlev».
Prima della proiezione, dopo i saluti dell’assessore Di Giorgi, interverranno Daniela Misul, vicepresidente della comunità ebraica e Matteo Mazzoni, docente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.
Sono invitati a partecipare al dibattito che si svolgerà dopo la proiezione rappresentanti dell’Aned, della comunità rom e dell’associazione Ireos.
Ai docenti delle classi che saranno presenti al Ridotto, l’assessorato ha offerto una copia del romanzo per preparare gli studenti alla visione del filmato.
Al Teatro dell’Affratellamento, in collaborazione con la comunità ebraica, andrà in scena (dal 24 gennaio al 3 febbraio) lo spettacolo interattivo ideato da Laura Forti e Teo Paoli ‘Di Razza’, prodotto da Centrale di Produzioni. Questa iniziativa rientra ne ‘Le Chiavi della Città’, il ciclo organizzato dell’assessorato all’educazione che comprende progetti e percorsi formativi per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado.
«Nelle scuole che per problemi logistici non potranno essere presenti alla cerimonia – ha concluso l’assessore all’educazione – si svolgono ugualmente delle manifestazioni per celebrare il Giorno della Memoria con il coinvolgimento di associazioni teatrali, dei familiari dei deportati e dei componenti della comunità ebraica». (fn)


Scheda del film ‘L’isola in Via degli uccelli’ (Ridotto del Teatro Comunale):

Alex, undicenne ragazzino polacco, vive nel ghetto ebraico in compagnia del padre Stefan (Bergin) e del prozio Boruch (Warden). Il ghetto è separato da un muro dalla città ‘normale’ ed è soggetto ai continui rastrellamenti selettivi da parte dei nazisti. Il padre prepara Alex ad ogni eventualità e quando anch’egli e Boruch vengono catturati gli promette che qualunque cosa accada sarebbe tornato a cercarlo. Alex riesce a fuggire ed incomincia la sua avventura per la sopravvivenza nell’”isola” di Via degli Uccelli semidistrutta e ormai quasi deserta. Gli elementi in cui trova forza ed ispirazione sono la lettura di Robinson Crusoe, dal quale prende spunto per crearsi un rifugio sicuro con tutto ciò che gli necessita, la compagnia gioiosa del suo topolino Neve e soprattutto la fiducia incrollabile nella promessa del padre. L’attesa si protrae per alcuni mesi durante i quali Alex sfugge ripetutamente ai soldati comandati da Goehler, nascondendosi nel rifugio ricavato in quel che rimane di un piano alto di un edificio bombardato, raggiungibile solo con una scala di corda che si è costruito. Dal suo punto di osservazione vede di là dal muro scorrere la vita ordinaria della gente non segregata come lui, anche di una sua coetanea, Stasya, e attraverso cunicoli e passaggi segreti diventano frequenti le sue incursioni fuori dal ghetto che gli saranno utili per salvare il partigiano ferito Henryk con l’aiuto del dottor Studjinsky. Fa amicizia con Stasya e viene ben accolto nella sua casa dalla madre, ma rifiuta all’invito di seguirle al sicuro nella loro casa di campagna, fiducioso nella promessa fattagli dal padre, del quale, deportato, non si può avere la certezza del ritorno. Rimane così completamente solo e disperato nel ghetto deserto e demolito, anche il topolino Neve muore e Alex si rifugia rassegnato nell’ultimo nascondiglio segreto. Nel finale il padre arriva in quello che era il ghetto e trova il figlio, e quindi tutti e due hanno mantenuto una promessa.

Scheda dello spettacolo ‘Di Razza’ (Teatro dell'Affratellamento):

Realizzato in occasione delle manifestazioni del Giorno della Memoria 2010, si tratta di uno spettacolo itinerante, un percorso guidato all’interno degli spazi del teatro, che prende spunto dal Manifesto della Razza creando un confronto con se stessi e con il presente. Tema centrale dello spettacolo è la perdita: la perdita della famiglia, della scuola, del lavoro, della vita sociale, della libertà; la perdita persino del diritto di esistere.
Diviso in tre gruppi, il pubblico viene accompagnato dalle attrici – guida nei diversi spazi del teatro dove viene coinvolto nelle diverse situazioni teatrali nel cui dipanarsi vengono via via ricostruite le vicende di una famiglia colpita dalle leggi razziali del ’38. Ogni guida porta l’istanza di un membro della famiglia: il padre, Piero il figlio liceale, e Wanda la figlia; ogni guida dunque propone un punto di vista particolare sull’intera vicenda, e ciascun gruppo di spettatori compie un itinerario alla ricerca di indizi su un personaggio.
Il percorso si articola in tre tappe che ciascun gruppo di spettatori fruisce in ordine diverso: la professoressa, che ha allontanato Piero dalla classe, e la sua lezione sulla razza; la contadina che ha tenuto nascosto il padre nel pollaio; l’ex fidanzato di Wanda nella sua tipografia. Ogni situazione, fortemente interattiva, coinvolge il pubblico come parte in causa, come soggetto attivo della vicenda, stimolando in tal modo la riflessione sulla responsabilità collettiva nei fenomeni di razzismo e di esclusione sociale. Nell’ultima sezione i gruppi riuniti incontreranno alcuni testimoni autentici, nei cui ricordi riecheggeranno le vicende narrate per ricordare a tutti che non di teatro si tratta, ma di tragica verità storica.