Maggio musicale, Stella (PdL): "Dal 2004 ad oggi persi oltre 21 milioni di euro, la Sovrintendente Colombo presenti al più presto il Piano Industriale"

Il presidente della commissione controllo: "Preoccupato per i 30 milioni di indebitamento. Giusto difendere la qualità artistica e i lavoratori, non la mala gestione e i privilegi"

“La Sovrintendente Colombo porti il prima possibile il nuovo Piano Industriale in commissione controllo”. Questa la richiesta del presidente della commissione, il consigliere PdL Marco Stella.
“Stamani in commissione Controllo la sovrintendente ha illustrato i numeri di bilancio e le prospettive future per il teatro del Maggio musicale fiorentino, una relazione completa ed esauriente da un punto di vista narrativo, ma che mancava del Piano industriale – ha sottolineato Stella –. Siamo molto preoccupati per il futuro del Maggio e dei sui lavoratori, per questo chiediamo che la sovrintendente venga il prima possibile in commissione ad illustrare il piano industriale.
Stamani abbiamo ascoltato buone intenzioni, anche condivisibili, di riorganizzazione e razionalizzazione, aspettiamo di vedere le buone intenzioni trasformate in numeri. Siamo pronti a difendere la qualità artistica del Maggio e i lavoratori, vera eccellenza, ma non la mala gestione e gli sprechi”.
“Il Maggio Musicale – ha aggiunto – è una istituzione di eccellenza nel settore lirico sinfonico, ma da anni sopravvive in una situazione economico finanziaria preoccupante. Dal 2004 ad oggi la Fondazione Maggio musicale fiorentino ha accumulato perdite per 21.867.364 euro, crediamo sia arrivato il momento di dire basta a gestioni sciagurate, che sono capaci di creare soltanto perdite.
Negli anni il Comune di Firenze è intervenuto più volte al fine di evitare il fallimento, primanel 2006, dopo un bilancio 2005 chiuso con una perdita di quasi 6 milioni di euro, si decise la vendita dell' immobile dell'ex Longinotti, che portò a chiudere con un attivo di 2 milioni di euro. Molti pensavano che questa vendita avesse portato benefici al Teatro, ma si sbagliavano. Come dimostrano gli anni seguenti, con bilanci chiusi con perdite sempre più importanti, gli effetti delle vendite immobiliari hanno effetti positivi sul breve periodo, ma se non si effettuano degli interventi strutturali la situazione per il teatro del Maggio non può cambiare.
Nel 2007 il bilancio ha chiuso con un passivo di 1milione e 800mila euro, il 2008 con una perdita di oltre 2 milioni e mezzo di euro, e il budget previsionale 2009 attesta la perdita in 4 milioni e mezzo di euro, il che significa che il Maggio Musicale fiorentino, in tre anni, perderà quasi 9 milioni di euro. Nel 2009 Il Comune decise di conferire degli immobili comunali: il teatro Goldoni e il complesso edilizio di piazzale delle Cascine destinato a sala prova dell'orchestra. Tale conferimento servì soltanto a non far commissariare questa istituzione: una norma che riguarda le fondazioni lirico sinfoniche come il Maggio, prevede che il deficit di bilancio non possa superare di oltre il 30% il patrimonio, quindi con la perdita preventivata per il 2009 si supererebbe tale soglia e scatterebbe automaticamente il commissario. Conferire gli immobili di fatto ha alzato il patrimonio del Maggio e permesso quindi al deficit di non superare tale soglia. Nel 2010 la perdita dovrebbe essere di oltre 1 milione e 700mila euro”.
“Oggi – ha concluso Stella – siamo molto preoccupati per la grave crisi finanziaria in cui versa il teatro e per le conseguenze sui lavoratori. Ci domandiamo: l’indebitamento che dovrebbe essere intorno ai 30 milioni di euro potrebbe incidere in maniera negativa sul futuro prestito che le banche dovrebbero elargire?
Siamo convinti che il Maggio musicale sia una vera eccellenza per la nostra città, ma il risanamento passa soltanto attraverso un vero piano industriale, che coniughi riorganizzazione aziendale, taglio agli sprechi e ai privilegi, valorizzazione dei lavoratori, e incremento di vendite della biglietteria e contributo dei privati.
Aspettiamo il Piano Industriale della Colombo per confrontarci su questi temi”.

(fdr)