Strage di cristiani ad Alessandria, la presidente della Commissione Pace Agostini (PD): "Preoccupati per il clima d'odio. Firenze faccia sentire la propria voce"
“Domani la Chiesa copta celebra la veglia di Natale e lo stato di allerta è stato elevato, non solo in Egitto, ma in tutto il mondo. Dopo la strage di cristiani di Alessandria tutti i livelli istituzionalihanno il dovere di fare pressione verso l’Ue perché assuma iniziative concrete a difesa della libertà religiosa”. Questa la dichiarazione della presidente della Commissione Pace Susanna Agostini (PD).“L’articolo otto della costituzione italiana recita: ‘tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge’. Su questa base anche Firenze può far sentire la propria voce di condanna ferma all’efferato crimine. Dobbiamo intervenire ed interloquire per quanto sarà possibile anche attraverso un contatto conil cittadino Onorario di Firenze,El Baradei (premio Nobel ed ex direttore dell’AIEA), che tornato nel suo paese era stato proposto come candidato alternativo alla presidenza Mubarak. Non ha accettato, rimanendo però a capo del Movimento Nazionale per il Cambiamento in Egitto. A lui vorremo comunicare la nostra preoccupazione, sdegno per l’accaduto ma anche sostegno politico e istituzionale per soluzioni interne che possano contribuireal ripristino della pace in Egitto” ha aggiunto la presidente Agostini.
“Siamo consapevoli che le minacce non toccano solo l'Egitto e la comunità copta. La cristianofobia si va diffondendo in tutta la regione mediorientale. L'esodo di cristiani da Iraq, Giordania, Turchia e da Israele si fa ogni giorno più preoccupante – ha proseguito Agostini –. Proprio ieri da Gaza un gruppo legato ad Al Qaeda ha minacciato i cristiani presenti nella Striscia. E’ però necessario che l’intera comunità responsabile prenda atto della questione con competenza e responsabilità e si opponga alla semplicistica divisione in copti e musulmani. Dobbiamo attribuire all’attentato di Alessandria il suo valore reale. Esso non è un’aggressione dei musulmani contro i copti, ma è un crimine di cui è stato accusato solo un gruppo di musulmani. Coloro che rivolgono l’accusa contro tutti i musulmani in conseguenza di quanto è accaduto ad Alessandria alimentano il fuoco della discordia. Costoro non differiscono molto dall’amministrazione americana di George W. Bush che pose tutti i musulmani sul banco degli accusati dopo gli attacchi dell’11 settembre. Tutti abbiamo visto i risultati: essa inaugurò la guerra al terrorismo, che rese quest’ultimo un fenomeno globale e favorì la diffusione delle organizzazioni terroristiche. Ciò ci spinge ad estendere la condanna anche a quei copti inferociti che hanno reagito all’attentato scagliandosi contro una vicina moschea e manifestando rabbiosamente contro i musulmani ad Alessandria.
Non dobbiamo cadere nella trappola dei fanatici e dei seminatori di odio che approfittano di ogni occasione per condannare i musulmani e per incitare all’odio contro l’Islam. Costoro sono quelli che in passato hanno tratto vantaggio dal clima della campagna contro il terrorismo per realizzare i propri desideri e perseguitare la religiosità in ogni sua forma. Non metto in dubbio che coloro che hanno perpetrato il crimine di Alessandria abbiano fornito a costoro un ottimo pretesto per continuare nei propri sforzi di macchiare l’immagine dell’Islam. Ma tali sforzi allo stesso tempo risultano provocatori per le masse religiose, alimentano le correnti estremiste ed aumentano la loro indignazione e la loro ostilità nei confronti della società.
Alludere alla crescita del fenomeno religioso presso i musulmani, ed attribuire ad esso la responsabilità di tragedie come quella di Alessandria, appare come un ricatto odioso volto a spingere i musulmani a rinunciare alla loro fede. Recentemente abbiamo potuto riconoscere questo tentativo nelle condanne rivolte contro la diffusione del fenomeno religioso e nell’insistenza a promuovere l’idea dello stato laico inteso come antitesi della religiosità. Ma il rimedio alle deviazioni del fenomeno religioso o al cattivo uso della religione non avviene rinunciando alla religiosità o attaccando i suoi insegnamenti, poiché le deviazioni sono presenti in ogni manifestazione dell’uomo, e se vogliamo seguire la logica di costoro finiremo per distruggere l’intero sistema dei valori, giungendo in un inferno nel quale non eravamo mai stati prima”.
(fdr)