L'intermodalità del futuro passa anche dalla bici pieghevole

L'assessore Mattei alla presentazione del progetto "Intermodal Bike" cui collabora anche l'Università di Firenze e l'Ataf

Una bici compatta, leggera e pieghevole. E soprattutto di dimensioni ridotte, ben cinque o addirittura sei volte più piccola rispetto a quelle oggi in commercio.questo l’obiettivo del progetto “The intermodal bike” presentato questa mattina presso la Facoltà di Architettura di Firenze dal preside Saverio Mecca e dal Francesca Tosi responsabile del progetto per l'ateneo e cui è intervenuto anche l’assessore alla mobilità e manutenzioni Massimo Mattei.
“In un momento in cui fare ricerca nelle università italiane è difficile questo progetto, possibile grazie ai finanziamenti dell’Unione Europea, rappresenta una eccellenza e un vanto per l’Ateneo fiorentino – commenta l’assessore Mattei –. Si tratta di un progetto destinato ad avere un grande impatto sulla mobilità delle città che dovrà essere sempre più improntata alla intermodalità. Mettere a punto un mezzo, come appunto una bici, non inquinante e in grado di facilitare e incentivare l’interscambio con il trasporto pubblico rappresenta un importante passo avanti verso l’obiettivo di ridurre e razionalizzare la circolazione nelle nostre città”.
Il progetto è finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del settimo programma quadro di ricerca applicata ed è frutto della collaborazione tra diversi soggetti: l’Università di Firenze (Facoltà di Architettura-Disegno Industriale), Ataf e LPP (aziende del trasporto pubblico di Firenze e Lubiana), Trilix (società che si occupa di car desing), Maxor Motor (azienda svizzera che produce motori elettrici), Ticona (multinazionale tedesca che produce materiali plastici). Il coordinamento della ricerca è affidato allo architettura e design Tecnologie Urbane.“Obiettivo di questo progetto – spiega Alessandro Belli di Tecnologie Urbane – è ripensare il concetto di bici pieghevole per renderlo più rispondente all’intermodalità. Quindi un mezzo ultraleggero, ultracompatto, cinque o sei volte più piccolo di quelli attuali. La ricerca parte da un primo prototipo che dovrà essere affinato per consentirne la produzione a prezzi accettabili che dovrebbe essere pronto tra due anni”.(mf)