Patrimonio Unesco, un seminario per fare il punto sul centro storico fiorentino

Presentati a Firenze il nuovo sito web e la rivista dell'associazione Città e siti italiani Unesco

Da 28 anni il centro storico di Firenze è stato inserito nell’elenco dei siti patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Cosa è cambiato da allora e quali sono gli strumenti a disposizione del Comune per difendere questo luogo così delicato? Se ne parlerà domani, in Palazzo Vecchio, in un seminario dal titolo “Conservare e valorizzare l’eccezionalità del centro storico di Firenze”.
L’appuntamento, dalle ore 15 nel Salone dei Duecento, prevede la partecipazione tra gli altri degli assessori alla cultura e alle politiche giovanili e università Giuliano da Empoli e Cristina Giachi, di Maddalena Ragni, direttore regionale dei beni culturali della Toscana, di Cristina Acidini, soprintendente del polo museale fiorentino e di Carlo Francini, referente Unesco del Comune di Firenze. Durante il seminario sarà anche presentato uno studio di grafica sulla figura del David di Michelangelo, realizzato dagli studenti dei corsi di grafica e fotografia dell’Accademia italiana con il coordinamento di Walter Conti.
Il convegno sarà anche l’occasione per diffondere la nuova rivista ‘Siti’, diretta da Fausto Natali e dedicata ai luoghi italiani patrimonio dell’Unesco, che si aggiunge al rinnovamento del sito internet dell’Associazione delle Città e siti italiani Unesco, www.sitiunesco.it, presentati entrambi stamani a Palazzo Vecchio alla presenza del presidente dell’Associazione, Claudio Ricci, sindaco di Assisi.
La rivista è un trimestrale di grande formato, con traduzione in inglese (10 mila copie diffuse in abbonamento postale) che approfondisce e valorizza i luoghi protetti dall’Unesco. Il sito internet invece è stato completamente rinnovato a cura della società ferrarese Kuva srl: sintetico e semplice, permette veri e propri viaggi ‘virtuali’ tra le meraviglie mondiali e contiene news e contributi aggiornati sui vari siti protetti, compresi quelli dove sono rilevate criticità.
“Ogni sito - ha sottolineato Francini - è costantemente tenuto sotto controllo: prima c’è la richiesta di informazioni e la fase di indagini informali, poi cominciano le vere e proprie ispezioni che possono portare anche alla cancellazione della città o sito dall’elenco del patrimonio dell’umanità, come è accaduto a Dresda qualche anno fa”.
“Ogni sito o città - ha spiegato Ricci - ha un proprio ‘piano di gestione’ che definisce azioni per la tutela, la valorizzazione e il monitoraggio del luogo. Il problema è che questo piano non ha cogenza: se il Comune o l’Ente che ha la responsabilità del sito non lo applica si rischia l’eliminazione dell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità ma non ci sono strumenti per farlo applicare. Per questo la nostra associazione si sta battendo per far inserire il piano di gestione del sito tra gli strumenti urbanistici dell’ente”. (edl)