Piano strutturale, Razzanelli: "Scongiurato il piano scellerato di Domenici, si aprono nuovi orizzonti per Firenze"
Questo l’intervento del capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli
“Prima di entrare nel merito del piano che siamo chiamati ad adottare oggi, vorrei fare un passo indietro, per ricordare all’assemblea ciò che avvenne negli ultimi giorni del 2008, quando stava per essere adottato lo scellerato piano strutturale pensato in oltre dieci anni di lavoro dalle due giunte Domenici. Ebbene, in quest’aula siedono ancora alcuni membri di quella maggioranza che stava per approvare un atto stoppato di fatto dalla magistratura (col sequestro dell’area di Castello). Era la fine di novembre, esattamente il 27 quando l’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi rassegnò le dimissioni. Il 1° dicembre, Domenici ritirò il piano e quattro giorni dopo andò ad incatenarsi sotto la sede del gruppo L’Espresso a Roma. Questo per la storia.
E veniamo al nuovo documento di programmazione presentato dal sindaco Matteo Renzi. Innanzitutto, esprimiamo apprezzamento per il lavoro svolto da Domenico Palladino e da Giacomo Parenti alla Direzione Urbanistica. Sono molti gli elementi che ci trovano d’accordo: dal concetto dei volumi zero, quindi la scelta di non utilizzare nuovo suolo per costruire ma solo i contenitori dismessi; non solo, ma anche l’azzeramento dei volumi residui del vecchio piano. Bene anche lo stop alla potenzialità edificatoria a Campo di Marte, con lo stralcio del protocollo con Ferrovie.
Non possiamo che plaudire, inoltre, alla riqualificazione degli spazi urbani in chiave di sempre maggiore vivibilità e fruibilità della città.
Infine il ruolo dei parchi: la riqualificazione delle sponde dell’Arno, del parco delle Cascine, di quello del Mensola, e la scelta importantissima di vincolare i parchi delle ville medicee, già oggetto nel vecchio piano di ‘appetiti’ immobiliari.
Tutto questo detto, come Lega Nord Toscana sottolineiamo quelli che a nostro parere restano i nodi cruciali per lo sviluppo di Firenze: l’aeroporto di Peretola da rendere uno scalo degno dell’importanza internazionale della nostra città; scongiurare lo scempio del sottoattraversamento della Tav. Sul fronte della mobilità, la necessità imprescindibile per liberare dalla morsa del traffico i viali del Poggi della realizzazione della circonvallazione nord. Infine, il sistema di linee tramviarie. Come noto, un primo risultato – il più importante – è già stato raggiunto, scongiurando il passaggio del ‘trenino’ dal centro storico e dal Duomo. La prossima sfida è quella di cancellare la linea 3. Come? Realizzando quella che nel piano è la linea 5, unendo così la nuova linea 3 alla linea 2. Questo consentirebbe di unire l’Ospedale di Careggi al sistema della tramvia scongiurando l’inutile passaggio del tram da via Vittorio Emanuele e via dello Statuto. Perché il proseguimento della 3 con le linee 2.1 e 2.2 che portano a Rovezzano e in viale Europa è attuabile solo se realizzato sotto terra
Il progetto attuale della linea 3 in fase di approvazione per avere lo svincolo dei finanziamenti deve essere in qualche modo rivisto. Le aziende costruttrici possono compensare la mancata realizzazione della linea 3 col completamento della linea 5, il proseguimento fino al Polo Scientifico della 2 e la costruzione del ramo ‘b’ della linea 1 per l’Ospedale di Torregalli”.
(fdr)