Piano Strutturale, Di Puccio (Gruppo Misto): "Bene i volumi zero: una promessa coraggiosa da mantenere"

Questo l'intervento di Stefano Di Puccio (Gruppo Misto) sul Piano Strutturale.

"Mi unisco al coro unanime dei ringraziamenti alla presidente della commissione urbanistica Titta Meucci e tutto lo staff tecnico in particolare all’architetta Fanfani el’ingegner Parenti fondamentali per la stesura del piano strutturale che oggi andremo a votare, il merito loro è stato anche quello di aver reso comprensibile a noi consiglieri, una materia così delicata e di difficile\comprensione per i non addetti ai lavori.
Il lavoro della consigliera Meucci è stato esemplare e veramente al di sopra delle appartenenze politiche, ha saputo tenere viva l’attenzione di tutti i membri della commissione per diversi mesi di intenso lavoro, secondo me interpretando al meglio, quelle che erano le intenzioni del sindaco Renzi: varare un piano strutturale che fosse il frutto di una larga partecipazione, aprendo un dialogo e un confronto sulla discussione, di quello che disegnerà il futuro della nostra città da qui agli anni a venire.
Un Piano Strutturale che tiene conto e spero ne terrà in futuro, dei pareri, dei suggerimenti e delle critiche di tutte le parti,maggioranza e opposizione, nonché delle associazioni di categoria e gli ordini professionali, e soprattutto dei consigli di Quartiere, che i detrattori, all'inizio del mandato di questa giunta, avevano ipotizzato voler cancellare.
Pur rimanendo assolutamente in linea con la maggioranza e dare quindi un voto favorevole all'adozione del Piano, auspico che essovoglia guardare ad una Firenze più inquadrata nell'area metropolitana, per questo vorrei che si alzasse il tiro rispetto a quanto previsto dal piano stesso, rivalutando, per quanto possibile con gli strumenti politici a disposizione, l'ipotesi di un'alternativa al sotto attraversamento previsto dalla linea dell'Alta velocità data la preoccupazione che il piano stesso ammette, di non riuscire ad organizzare intorno alla prevista stazione Foster ed ai Macelli un porto infrastrutturale che nasce troppo interno alla città, già congestionato, con ferrovia, tramvia, viabilità e parcheggi addossati gli uni agli altri.
Sui volumi zero la promessa del Piano è coraggiosa ed appropriata. Va mantenuta. Restauro e rigenerazione urbana, anche estesi, sono gli strumenti giusti per evitare di consumare nuovo suolo e Firenze in questo campo può vantare esperienze e competenze di eccellenza, ne ha rappresentato il laboratorio più significativo in seguito all’alluvione del 1966 e ha tutti i numeri per diventarne la capitale mondiale. Non si tratta quindi solo di fissare la scelta quantitativa di non occupare nuovo suolo ma lanciare anche la scelta qualitativa di riacquistare suolo rigenerando all'uso pubblico servizi, verde e creando nuove condizioni socialmente favorevoli.
Poco più di un anno fa abbiamo lanciato una sfida per il nuovo Rinascimento di una Firenze vivibile e sostenibile, credo che gli obiettivi che ci siamo dati siano ambiziosi ma realistici e perseguibili, sta a noi realizzarli soprattutto a favore delle generazioni future".

(mf)