Piano strutturale, Meucci (Pd): "Ecco i principi su cui si fonda: trasparenza, sostenibilità, trasversalità"
Ecco l'intervento della presidente della commissione urbanistica di Palazzo Vecchio Elisabetta Meucci:
"Signor Sindaco, Assessori, Consiglieri
negli ultimi mesi ho avuto l’onore di presentare la proposta di piano strutturale in numerosi incontri in luoghi diversi della città, in contesti più propriamente istituzionali, ma anche politici, associativi e cosi via con l’obbiettivo di proseguire anche nell’ambito del consiglio, ed anche prima dell’adozione, quell’intenso e fruttuoso processo partecipativo messo in atto dall’Amministrazione comunale fin dall’avvio del procedimento del maggio scorso.
Con il medesimo intento di superare il concetto corretto ma riduttivo di partecipazione come consultazione e ascolto, per inquadrare, invece, lo strumento urbanistico nell’ambito di una piu condivisa visione dello sviluppo del nostro territorio, garantendo al maggior numero possibile di cittadini di riconoscersi nella città trasformata, nella città futura.
Ma é oggi, 13 dicembre 2010 ,qui, nel Trsalone dei 200 , davanti a questa assemblea, il tempo e il luogo in cui la presentazione del piano smette di essere occasione di conoscenza e confronto per diventare un momento dell’evento che trasforma l’idea in una realtà operativa.
Evento solenne?
No, è poco, molto più che solenne! parola che, come si sa, vuol dire una volta l’anno, Perchè, invece, qui siamo impegnati nell’adozione di uno strumento di pianificazione che vivrà per almeno 4 consiliature e dunque di un atto capace non solo di consegnare questa Amministrazione e questo Consiglio alla storia del Comune di Firenze,ma, soprattutto di rappresentare la sintesi delle strategie e dei processi che contraddistingueranno il governo del nostro territorio per i prossimi 20 anni.
Ecco perchè non è concessione alla retorica sentire tutta la responsabilità di questo momento.
Ho visto in questi mesi che su certi giornali il piano strutturale è stato definito ironicamente un libro dei sogni.
Ma mi pare che questa definizione, spesso usata per denigrare documenti programmatici provenienti da amministratori pubblici, in questo caso debba essere considerata un interessante apprezzamento piuttosto che un giudizio negativo.
Specialmente se ci si sofferma a pensare che di tutti gli atti fondamentali di un Comune, il Piano strutturale è l’unico, per così dire, abilitato a sognare, poichè, non avendo valenza temporale nè potere conformativo, può, anzi deve volare alto per definire un futuro all’altezza di questa città, una strategia di sviluppo, anche audace, da consegnare a chi verrà dopo di noi per contribuire a tramandare certamente non la Firenze tanto cara alla retorica tradizionale, bensì quella Firenze che è sempre stata in grado di creare anticipazione e innovazione.
Ed anche se tutto ciò può sembrare intriso di utopia, sono convinta che alla politica debba spettare anche la dimensione utopistica, prima di rassegnarsi ad un pragmatismo realista che porta poco lontano e, sicuramente non verso traguardi di valore.
Sarà poi il regolamento urbanistico a farci ritornare, per cosi’ dire, alla realtà, alla necessità di assumere decisioni a breve termine, quando dovremo tradurre in prescrizioni questi indirizzi strategici:
Ma, in ogni caso, anche allora, la nostra azione regolatrice potrà rivelarsi tanto più innovativa ed efficace, quanto più si terrà coerente con i contenuti di questo piano.
Contenuti da cui emergono tre grandi temi di fondo che costituiscono il perno della strategia del Piano e che, appunto, ne dimostrano , non solo l’ l’originalità ma ,soprattutto, una lungimiranza non scissa dalla consapevolezza delle problematiche del presente.
Tre grandi temi che rappresentano i principi veri e propri su cui si fonda il piano:
Trasparenza, sostenibilità ,trasversalità
1) TRASPARENZA
Il piano parte dall’assunto che trasparenza implica aver chiaro che governare il territorio oggi è un’attività pubblica di cui si deve rendere conto esplicito alla comunità.
Dunque,in questo Piano, trasparenza vuol dire, in primo luogo, aver cambiato l’approccio della disciplina urbanistica e le modalità di comunicazione con il cittadino per far condividere fin dal suo nascere l’idea di città.
Per questo, il processo partecipativo, fin dall’inizio, a partire dall’avvio della fase di valutazione,ha voluto essere molto concreto con l’obbiettivo di
• rendere comprensibile a tutti il linguaggio urbanistico che per tradizione è sempre stato distante dal cittadino, intervenendo con una originale operazione di semplificazione della rappresentazione grafica e del racconto tecnico del progetto
• evidenziare criticità grandi e piccole, mettendole in campo per la discussione
• declinare una serie di proposte finalizzate all’apertura di un contraddittorio con la città
Obbiettivi, questi, che non sono rimasti sulla carta dell’avvio del procedimento, ma si sono concretizzati,elaborati ed anche condivisi in sei mesi di incontri (un certo numero prima dell’approvazione della proposta da parte della giunta rivolti alla città e.molti altri, successivamente, durante il percorso piu propramente politico, nell’ambito del Consiglio,e precisamente:
• 23 sedute della commissione urbanistica, di cui 2 dedicate ai rappresentanti degli ordini e collegi professionali
• 17 sedute delle altre commissioni consiliari nel loro complesso
• 6 incontri presso i Consigli di quartiere
Senza contare le audizioni effettuate dalla Commissione urbanistica di soggetti pubblici e privati.
Un percorso, dunque, che ha visto la sperimentazione di nuove forme di confronto, prima e dopo l’elaborazione della proposta di piano, un percorso che ci ha confermato nella volontà di proseguirlo con le stesse modalità innovative anche durante le fasi successive all’adozione e poi, anche dopo, nella definizione del regolamento urbanistico.
E senza dimenticare, quale fattore di decisiva ed incisiva innovazione, la grande rapidità con cui si svolto il procedimento (si tratta di pochissimi mesi se si pensa che l’atto di avvio risale all’aprile scorso), rapidità che in sostanza rappresenta l’ elemento indefettibile di un processo che intenda definirsi realmente trasparente, laddove, come si sa, l’opacità si è sempre accompagnata nella nostra tradizione amministrativa alla lentezza delle procedure.
2) In secondo luogo: SOSTENIBILITA’
Direi che su questo punto non si possa parlare di una semplice caratteristica del Piano.
Piano e sostenibilità coincidono
E non solo perchè la sostenibilità permea la strategia del piano nel suo complesso a partire dalla fase della valutazione che, in quanto processo non esterno al giudizio, ha contribuito alle scelte urbanistiche controllandone l’impatto potenziale.
Non solo per questo aspetto per altro determinante, ma, in sostanza, perché il Piano , in tutta evidenza, assume a fondamento, per così dire, della sua carta costituzionale, il principio che il territorio è una risorsa da tutelare ed a questo principio assoggetta tutte le scelte conseguenti. ben oltre quelle riferite in modo specifico alle tematiche ambientali come le dotazioni ecologiche, l’efficienza energetica o il sistema del verde.
Ogni capitolo della relazione, ogni articolo delle NTA traducono in scelte operative questo principio.
Si va dalla definizione in dettaglio delle invarianti quali elementi portanti della tutela, alla eliminazione di ogni forma di sfruttamento di nuovo suolo, arrivando a non riconfermare le previsioni delle aree di nuova edificazione residuali del PRG a destinazione residenziale.
Dalla rigenerazione (cosi la chiama il piano) infrastrutturale che vede come aspetto piu importante l’integrazione ed il potenziamentp del trasporto pubblico insieme alla riconnessione dei sistemi di viabilità.
All’utilizzo dello strumento della perequazione non solo secondo la modalità tradizionale ma piuttosto come strumento utile a risolvere ambiti di degrado.
ed ancora, alla definizione del dimensionamento di ogni parte del territorio comunale basando la trasformazione della città sul recupero degli immobili dismessi.
E tutto questo tenendo sempre presente che una strategia complessa di sostenibilità non può prescindere dai bisogni della comunità e dunque deve passare, come, in effetti, il piano ci insegna, dal potenziamento delle attrezzature collettive, da un’attenta gestione degli spazi pubblici nonchè da risposte adeguate in termini di quantità e qualità alla questione dell’ alloggio sociale.
Ed infine l’elemento della:
3)TRASVERSALITA’
elemento da ritrovare nella parte strategica del piano, in quella parte dedicata ai sistemi funzionali nella quale si coglie perfettamente il significato evolutivo del concetto di pianificazione disegnato dalla normativa regionale in coerenza con i nuovi contenuti dell’articolo 117 della costituzione, e che ci impone, oggi, di non considerare piu il governo del territorio come una sommatoria delle varie politiche pubbliche con cui interagisce ;ma, piuttosto come loro necessario elemento connettivo.
E questo il piano dimostra di averlo chiaro, ad esempio, laddove pone in evidenza che gli obbiettivi dei sistemi dell’accoglienza, delle attività economiche e delle attività produttive costituiscono espressamente prescrizioni per i regolamneti, i piani e i programmi di settore.
In questo senso mi sembra doveroso sottolineare che l’impegno dell’Amministrazione e del Consiglio dovrà necessariamente ancora di piu concentrarsi sui temi del governo del territorio affrontati e valutati in un’ottica di integrazione indispensabile perchè oggi, piu che mai nel passato, occorre tenere presente che i ritardi e le inefficienze in questa materia ricadono sull’azione generale di governo della città.
E mi pare che di questa nuova esigenza il Consiglio con tutte le forze politiche rappresentate abbia dimostrato in questi tre mesi di avere piena consapevolezza se si pensa che quasi tutte le commissioni hanno dedicato numerose sedute di approfondimento del Piano, dando prova di aver compreso appieno il nuovo ruolo non piu specialistico ma a tutto campo che in questa materia spetta alla politica, e, quindi, per la sua parte, al Consiglio comunale che in futuro dovrà adempiere ancora di piu alla sua missione che in questa materia gli assegna la parte di vera e propria “palestra di idee”.
Un dibattito vasto ed originale nell’ambito del quale ha, fra l’altro, trovato rilievo un tema caro a questa Assemblea , il tema dell’ampliamento territoriale della visione strategica, rispetto al quale oggi l’elaborazione finale della proposta di piano avanza una riflessione più ampia mirata a superare i confini amministrativi per trovare, sia i necessari raccordi in ambito metropolitano, sia per agire in sinergia con le strategie regionali.
Rafforzando il ruolo di Firenze capitale della Toscana quale motore dello sviluppo del sistema toscano, non solo in termini di accessibilità e collegamenti infrastrutturali ma anche e soprattutto in termini di identità culturale e sociale.
Un dibattito a tutto campo e nello stesso tempo sul campo,.
Perchè fondamentale è stato l’apporto di tutti i quartieri che di questa vicenda sono stati protagonisti responsabili e competenti, interpretando alla perfezione, il proprio ruolo istituzionale di rappresentanza politico- amministrativa piu vicina al territorio e, dunque portatrice di conoscenze e di valutazioni concrete che hanno contribuito in modo consistente alla definitiva elaborazione del piano in collegamento costante con la Commissione urbanistica.
Quanto a questa , come Presidente ringrazio, non ritualmente, tutti i consiglieri che ne fanno parte per l’impegno e la pazienza dimostrati nel corso delle 22 sedute ma che spero siano servite a tenere la regia di tutto il percorso, iniziato ancora prima del passaggio in Giunta della proposta.
Oltre che, necessariamente, ad analizzare e a valutare i contenuti del piano per arrivare all’ elaborazione di un parere il piu possibile condiviso in quanto seriamente motivato.
Analisi e valutazioni che si sono avvalse anche del contributo della Consulta interprofessionale che si è rivelato momento altamente qualificante del percorso di formazione del Piano e che, a ragione, ci deve rendere disponibili, fin da ora al proseguimento di questa collaborazione, anche oltre l’approvazione finale.
Di tutto questo vivace e protratto dibattito risente, di conseguenza, il contenuto del parere elaborato dalla Commissione,parere che si è incentrato sostanzialmente sugli argomenti emersi nel confronto con gli Uffici e durante le audizioni, oltrechè con il recepimento dei pareri espressi dalle altre commissioni, in particolare dalle Commissioni Pace e Lavoro.
Tenendosi sempre nell’ottica di un miglioramento della proposta che oggi viene presentata al Consiglio con alcune modifiche relative a temi ,anche di rilievo, quali, fra gli altri:
• Indirizzi piu stringenti con riferimento alle destinazioni pubbliche dell’area del Meccanotessile
• una normativa di salvagurdia piu articolata e collegata alle disposizioni del regolamento Urbanistico per quanto riguarda il divieto di mutamento di destinazione verso la residenza dei fondi con apertura sulla pubblica via, confermandone l’esclusione nell’ambito del nucleo storico.
• indirizzi puntuali rivolti ai trasferimenti di superficie verso l’UTOE 9, in funzione di una di una valutazione piu ampia del contesto urbano di atterraggio
• apertura a tutto il territorio comunale, con rinvio al Regolamento Urbanistico, delle disposizioni della legge regionale in materia di annessi agricoli amatoriali
• la previsione di riqualificazioni importanti come la piazza S.firenze insieme all’edificio del tribunale e la zona pier vettori- ponte sospeso- piazza gaddi
• l’obbiettivo della prevalente pedonalizzazione delle piazze liberate dalla sosta
• l’inserimento, nella parte conoscitiva della relazione, di alcuni nuovi elementi di valutazione riferiti alla complessa questione della popolazione straniera residente
• lo sviluppo del sistema pedociclabile del parco del mensola
E vengo, infine, alla struttura organizzativa.
E qui non si tratta di ringraziamenti piu o meno rituali o piu o meno sentiti.
Qui si tratta di riconoscere da pparte di tutti l’indiscutibile valore professionale di dirigenti e funzionari che con le proprie competenze e con un impegno senza cedimenti di cui sono stata assidua testimone hanno permesso di portare a compimento un percorso difficilissimo per tutti i motivi che vi ho appena illustrato .
E tutto questo, caso unico nel mondo (penso proprio di poterlo affermare tranquillamente)senza alcun apporto di consulenze esterne.
Per merito loro, come direbbe il Sindaco, un piano non solo a volumi zero ma anche a costo zero!
Concludo con una considerazione che a questo punto viene naturale.
Se il governo del territorio rappresenta la competenza fondamentale assegnata dall’ordinamento al Comune oggi si puo in effetti, e direi, anche con orgoglio, affermare che è proprio tutto il Comune di Firenze, in ogni suo elemento costitutivo, come da Statuto, che ha esercitato questa potestà.
A partire dal Sindaco che, con la Giunta, dopo aver dettato le linee fondanti della strategia si è adoperato per aprire la proposta al confronto, fino al singolo cittadino che con la sua e-mail ha reso esplicito il suo senso di appartenenza a questa comunità.
Ma, in definitiva,tutti abbiamo, comunque, puntato verso una stessa meta, quella di costruire una Firenze bella e competitiva ma, sicuramente, anche più giusta".
(lb)