Piano strutturale, Giocoli (FLI): "Un piatto cucinato troppo in fretta"

Questo l’intervento della vicecapogruppo di Futuro e Libertà Bianca Maria Giocoli

“Come memoria storica di questo consiglio e soprattutto della commissione urbanistica posso tranquillamente e con cognizione di causa fare paragoni tra l’’incompiuta’ dell’era Domenici e questo piano strutturale del sindaco Renzi.
Il vecchio era a tratti sicuramente barocco, ridondante e compenetrato di filosofia ma si basava su pilastricorposi, su una preparazionemolto attenta, tanto attenta da essere costata ai fiorentini tra consulenze e studivari 971.000 euro.
Ci piacerebbe sapere perché è stato buttato a mare uno studio così approfondito, soprattutto nella parte propedeutica e nella cura accurata delle UTOE e delle caratteristiche intrinseche delle stesse, ora sommariamenteein certi casi incomprensibilmente accorpate. Non sarà che la sindrome del rottamatore ha colpito in maniera irreversibile il nostro Sindaco? E’ stato un vero peccato mortale. La smania del nuovo a tutti i costi non ha voluto salvare la parte preparatoria che era strettamente tecnica. Se proprio si voleva cambiare, bastava cancellare le parte più politica che tra l’altrogalleggiava stagnante in una melassa che per nonscontentare nessuno non dava risposte alla città.
Cosa abbiamo oggi in mano? Un piatto cucinato troppo in fretta.
Che invece che sullo sviluppo della città si basa su uno slogan mediaticamente azzeccato come quello dei volumi zero che è entrato in testa come uno spot pubblicitario: che poi in realtà è smentito dai fatti della conferma del residuo di Prg, con i suoi difficili meccanismi di perequazione la cui sperimentazione a Roma ha creato problemi e non ha dato i risultati sperati, il tutto permeato da banalità mostruose come il verde diffuso che non tiene conto di gravosi costi di gestionedifficilmente gestibili, con la smania di distruggere tutti i manufatti industriali che, noi riteniamo, non necessariamente devono essere buttati via. Ci sono casi come Bercy che fanno scuola.
Si vuole riportare la residenza in centro e ci si fa scappare di mano Sant’Orsola che sarebbe stata un esempio da manuale. Possonoessere questele idee vincentiper Firenze? La risposta è no.
Un piano strutturale che ruota tutto intorno al piano della mobilità, invece di dare l’imprinting di criteri di qualità architettonica chiari e di indirizzi urbanistici adeguati a una città unica comeFirenze. Ma la stessa mobilità non dà risposte certe.
Sostegno alle tramvie masenza progetti e tempistica chiari, nodi irrisolti come aeroporto, critiche allaTavin nettacontraddizione conla foga scavatrice tra tubini e parcheggi sotterraneidappertutto.
Oggi vi beate di questo piano ‘sempliciotto’ il cui pilastro è rappresentato da banali dichiarazioni di intentiche non rispondono alla domanda di sviluppo economico culturale e abitativo della città.
Domani, al momento del Regolamento Urbanistico, non si potrà fuggire: non basteranno le parole etutti i nodi verranno al pettine. Un compitino di apparenza e non di sostanza, e allora il mio giudizio è: voto 4, fase conoscitiva e partecipativa 5, per i contenuti 6 meno meno per i buoni propositi. Totale: media insufficiente”.

(fdr)