Scontri all'Università, ecco la lettera di Cruccolini (SeL) al Prefetto e Questore
Ecco la lettera che il capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà Eros Cruccolini ha inviato al Prefetto e al Questore sugli scontri avvenuti all'Università di Novoli il 25 novembre quando è stato contestato il dibattito del sottosegretario onorevole Daniela Santanché. (lb)
Segue la lettera:
Al Prefetto di Firenze
Al Questore di Firenze
Loro Sedi
Oggetto: Contestazione dell’intervento a dibattito promosso presso l’Università di Firenze della Sottosegretario Daniela Santanché
Illustrissimi,
avevo preannunciato in un comunicato stampa queste mie note a Voi rivolte perché ne faceste un punto di riflessione con tutte le forze dell’Ordine.
Mi riferisco a quanto accaduto il 25 novembre scorso durante il dibattito dal titolo "Padroni a casa nostra?..." organizzato presso l’Università Edificio D15 nel corso del quale era previsto, tra gli altri, l’intervento della sottosegretario Daniela Santanché.
Mi permetto di ripercorrere con Voi i fatti. Gli studenti del centro destra del Polo delle Scienze Sociali avevano fatto richiesta di finanziamento per una iniziativa sul trattato di Lisbona. Ottenutolo, hanno fatto pervenire la proposta definitiva del programma dell’iniziativa, che non aveva più le caratteristiche del contenuto per il quale vi era stato il consenso e prendeva il carattere che già dal titolo – Padroni a casa nostra? – non lasciava dubbi sull’impostazione ideologica che avrebbe caratterizzato l’iniziativa stessa. Quindi una trasformazione da dibattito culturale a una mera iniziativa di “partito” o quanto meno di “parte”, finanziata con i soldi dell’Università pubblica. Questo ha reso più che prevedibili le contestazioni che sono immediatamente nate nei gruppi degli altri studenti. E, a prescindere da ciò, già in sé contestabile in quanto iniziativa caratterizzata da un’impostazione fortemente razzista.
La Digos ha disposto, all’ultimo momento, lo spostamento della sede dell’incontro, ha fatto uscire tutti gli studenti dediti allo studio ed ha isolato il Parcheggio per permettere l’arrivo del Sottosegretario e dei dirigenti del partito che si sono mischiati con gli studenti. Grazie all’intervento del Prof. Gallo della facoltà di Economia, è stato garantito l’ingresso all’iniziativa a studenti veramente interessati all’originario tema, quello dell’immigrazione. Il corso del dibattito ha seguito l’impostazione prevedibile e il sottosegretario Santanché non si è risparmiata in risposte provocatorie. La Digos era già presente.
Quindi un’iniziativa ad alta tensione. Però Firenze ha già visto altre manifestazioni dove la tensione era prevedibilmente forte, ma le Forze dell’ordine hanno gestito benissimo le situazioni. Le cariche nei confronti degli studenti fatte il 25 novembre, però, non trovano giustificazione, perché tutto era prevedibile e si potevano adottare forme di prevenzione, invitando i responsabili delle organizzazioni politiche che avevano organizzato il dibattito e quelle che avevano preannunciato le proteste, isolando al contempo, nel corso dei fatti, le persone più agitate, per non fare degenerare la situazione. Del resto, il mondo universitario, già da qualche giorno e in molte città italiane, stava vivendo un momento di tensione dovuto alla legge di riforma universitaria del Ministro Gelmini, che non pare trovare forte gradimento nella gran parte del mondo accademico e studentesco. E, purtroppo, i fatti accaduti, si sono inseriti in questo clima già “incandescente”. Un’azione di forza, quindi, in questo contesto, non può portare a soluzioni positive. Né pare utile una risposta misurata sul clima politico del momento. Invece, non è andata così.
Firenze è una città che non tollera l’uso della forza che, peraltro, come è noto, mette a rischio sia l’incolumità dei cittadini, che quella delle forze dell’ordine. Questo episodio è una macchia nella storia della sua peculiarità. Firenze è una città importante e tutto ciò che succede, dalle piccole alle grandi cose, fanno “eco”. Il messaggio che la storia ci trasmette è quello di una città del dialogo e chi vi opera, nel rispetto dei reciproci ruoli, dovrebbe portarlo avanti, evitando protagonismi negativi, con la convinzione che la prevenzione è il percorso che porta ad evitare i conflitti. Firenze è città che ancora sente gli echi delle parole di Don Milani: “….non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete diritto di dividere il mondo tra italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di divedere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”.
Non è città razzista! E nella sua storia ha avuto un sindaco come Giorgio La Pira che, consentitemi un’altra breve, ma necessaria, citazione, ha ben spiegato come dovrebbe essere una città: “Cosa è Firenze? Posso rispondere, parafrasando una definizione di Leon Battista Alberti: una casa grande, funzionale e bella, casa costruita nei secoli, con l’apporto di tutte le generazioni…Questa Firenze singolare, mediatrice, per vocazione, dell’oriente e dell’occidente del mondo: questa Firenze che tutti amano e che ha, si può dire, per ogni città della terra un dono di bellezza, di cultura e di speranza…..”
Un dibattito che segue le tracce riportate dai “noti” interventi del sottosegretario Santanché in tema di immigrazione auspichiamo che sia, per nostra fortuna, un “corpo estraneo” nella realtà quotidiana di questa città, che deve caratterizzarsi come città che “accoglie” e non che “espelle”.
Grato per l’attenzione,
Eros Cruccolini