Università, Roselli e Badò (PdL): "Il Rettore si ricordi e tuteli le migliaia di studenti che pagano le tasse per seguire le lezioni"
"Il diritto alla protesta diventa violenza e arroganza quando nega altri sacrosanti diritti, come ad esempio quello allo studio". Questo quanto dichiarato dal consigliere comunale del PdL Emanuele Roselli e dal coordinatore cittadino della Giovane Italia Andrea Badò.
"Troviamo assurdo che poche centinaia di studenti si possano permettere di invadere una città paralizzandone il traffico,bloccando il casello dell’autostrada, l’aeroporto, e lanciando uova contro le forze di polizia e i giornalisti presenti – hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra –. Non possiamo poi non stigmatizzare le parole e la presa di posizione del Rettore Tesi: invitare al blocco della didattica contraddice il ruolo istituzionale che egli ricopre e le ragioni stesse della protesta. Il Rettore dovrebbe ricordarsi delle decine di migliaia di studentiche pagano tasse sostanziose per poter frequentare le lezioni. E' paradossale poi che vi sia un fronte trasversale, sebbene minoritario, tra studenti e docenti contro questo progetto di riforma che cerca, finalmente, di scardinare quelle logiche baronali e di potere che hanno portato l'università italiana sull'orlo del baratro finanziario. In questi ultimi anni abbiamo infatti assistito al moltiplicarsi di corsi di laurea utili solo a rafforzare logiche di interesse e a promuovere parenti ed amici. Quelle stesse logiche che hanno aumentato il numero dei ricercatori precari all'interno dell'Università italiana. Il ministro Gelmini sta portando avanti un progetto di riforma serio, teso a stabilizzare 1500 ricercatori, e a rigenerare un sistema fino ad oggi troppo autoreferenziale e lontano dalle logiche del merito e della responsabilità. Un progetto di riforma sul quale il Governo Berlusconi ha deciso di investire un miliardo di euro, cosa che nessun governo di centrosinistra aveva osato fare fino ad oggi”.
"Non è vero che con la cultura non si mangia, il vero problema è che fino ad oggi ci hanno ‘mangiato tanto in pochi’ – concludono Roselli e Badò –. E' questa oligarchia autoreferenziale che la riforma cerca di superare e combattere. Una riforma che, al di là delle manifestazioni di piazza, sta riscuotendo giudizi positivi proprio da chi, responsabilmente, si rende conto che così non è più possibile andare avanti".
(fdr)