Giornata mondiale Onu per la solidarietà al popolo palestinese, l'intervento di Susanna Agostini (Pd)
“Oggi 29 novembre è la data identificata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1977, in ricordo della partizione della Palestina avvenuta con la risoluzione n. 181 del 29 novembre 1947. Sono passati 63 anni da quando la diplomazia internazionale decise di dividere il territorio in due stati indipendenti: Israele e Palestina.Gli avvenimenti storici non hanno portato al riconoscimento di un’autodeterminazione solida e affermata per la componete palestinese ma anzi hanno generato un conflitto internazionale tra i più seri e impegnativi. Con ripercussioni a catena che coinvolgono il mondo intero. Non ci sarà sicurezza se non cesserà un’arbitraria gestione militare israeliana dei territori palestinesi". Lo ha detto questo pomeriggio la presidente della commissione pace Susanna Agostini (Pd) intervenendo in consiglio comunale.Al temine dell’intervento è stato consegnato il messaggio del Segretario Generale ONU - Ban Ki-Moon inviato in occasione della Giornata Internazionale per la Solidarietà al Popolo Palestinese. "Il livello permanente di aggressione politica e psicologica - ha aggiunto Agostini- si traduce in una violazione quotidiana dei diritti umani. Le operazioni militari mirate a colpire intenzionalmente la popolazione civile nella sua totalità, ne sono esempi la perdurante e illecita (da parte del diritto umanitario internazionale) occupazione militare israeliana, la costruzione del muro e l’embargo nella striscia di Gaza, ma anche il lancio di missili Kassam. L’occupazione del territorio di fatto provoca la privazione dell’alimentazione necessaria, del lavoro, delle abitazioni, dell’acqua, della libertà di movimento, dell’accesso a mezzi giuridici e a un tribunale sono esempi delle normali politiche gestionali del territorio e della popolazione. Detenzioni arbitrarie, rapimenti, esecuzioni a sangue freddo, torture, sistematiche violazioni dei diritti degli imputati, dei giornalisti, dei manifestanti pacifici sono alcune tra le violenze denunciate anche da Amnesty International in un territorio in cui il riconoscimento dei diritti umani sembra travalicato dalla logica della violenza, della conquista e della sopraffazione. Questa costante privazione di dignità discende dalla negazione all’autodeterminazione del popolo palestinese. Le guerre tra Israele e i paesi arabi confinanti, del 1948 al 1973, hanno causato la morte di circa 100mila persone. La prima Intifada, dal 1987 al 1992, ha causato la morte di 2 mila persone, in massima parte palestinesi. Dall'inizio della seconda Intifada 2000-2007, hanno perso la vita 4626 palestinesi e 1050 israeliani. Il bilancio provvisorio della guerra nella Striscia di Gaza del dicembre2008/gennaio 2009 è di quasi 800 palestinesi morti, quasi metà dei quali civli, e 11 vittime israeliane. Recentemente, come commissione, abbiamo incontrato in Palazzo vecchio i rappresentanti dell’Associazione Parents Circle, costituitasi tra i parenti delle vittime palestinesi e israeliane, con loro intendiamo proseguire il contributo di solidarietà istituzionale richiestoci. Così come la giornata di oggi, vuole essere non una ricorrenza, ma un solenne impegno congiunto di tanti: persone, associazioni, Enti Locali Nazionali, dei Comuni che assieme alla Provincia di Firenze, proseguiremo fino all’attesa risoluzione del conflitto israelo-palestinese . Firenze desidera far sentire la sua voce lanciando un appello per giungere alla fine delle ostilità, per sollecitare la ripresa dei negoziati e infine raggiungere la conclusione del processo di pace. Il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese all’autodeterminazione nel rispetto delle risoluzioni dell’ONU e della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo muove alla base questo appello. DUE POPOLI, DUE STATI, pari dignità e diritti per tutti: questa è l’unica soluzione per il conflitto tra Israele e Palestina, l’unica garanzia per la sicurezza reciproca e la convivenza pacifica tra i due popoli, e per la sicurezza e la Pace nel mondo intero”.
Si allega l'ordine del giorno: