Di Giorgi: «La scuola tappa fondamentale per formare buoni cittadini»
«La scuola è una tappa fondamentale per formare buoni cittadini». E’ il messaggio lanciato dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi intervenuta questa mattina nell’aula magna dell'Istituto di Scienze Militari Aeronautiche per il convegno ‘Firenze medaglia d’oro al valor militare’.
«Ma come insegnare ai giovani ad essere bravi cittadini a partire dall'analisi di fatti importanti della nostra storia, come indubbiamente è la Resistenza? – si è domandata l’assessore di Giorgi - quali sono gli strumenti che possiamo utilizzare e quali le metodologie didattiche che vengono adoperate nelle scuole per arrivare a questo risultato? In che modo il nostro sistema formativo propone ai giovani i principi della convivenza civile, del rispetto dei diritti e della necessità dei doveri? Come trasmette i valori che hanno ispirato prima il nostro Risorgimento e poi la Resistenza che ha dato luogo alla nostra Costituzione nel 1948? Sono i principi dell'eguaglianza, della dignità di tutti, della caduta di ogni differenza di lingua , di razza, di religione. Ed è soprattutto il tema dei diritti e del valore da attribuire ad essi nelle relazioni sociali. Un tempo si chiamava educazione civica ed era una materia autonoma. Oggi i metodi dell'insegnamento sono diversi e più ricchi e si basano su una didattica fondata sulla trasversalità delle discipline. Un modello educativo più complesso su cui gli insegnanti si stanno formando. Una necessità considerando gli enormi mutamenti del nostro tessuto sociale e la necessità di adeguare gli strumenti della formazione degli alunni, ma anche degli insegnanti».
«Formare i nuovi cittadini, dunque – ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi – significa rendere consapevoli i nostri ragazzi di una piena appartenenza, con relativi diritti ma anche doveri, promuovendo un senso di responsabilità e di interesse e lavorando per l’inclusione, a cominciare dai nuovi italiani, giovani nati e cresciuti qui da genitori provenienti da altri Paesi. La nostra società è però basata sulla rivendicazione dei diritti, con una sorta di sottovalutazione del valore dei doveri. Parlo naturalmente di valore educativo, di grande valenza civile, di qualcosa che forma le persone e da cui non si può prescindere. Qualcosa che è stato elemento fondante nella vita e nell'esperienza di coloro che hanno costruito la libertà nel nostro Paese, nel Risorgimento e Resistenza, e che si va in qualche misura perdendo nei modelli educativi del nostro tempo. Come ci ha insegnato Norberto Bobbio e, prima di lui, Giuseppe Mazzini è il forte senso del dovere che ci fa diventare buoni cittadini. Senza doveri non c’è piena e vera libertà».
«La scuola – ha concluso l’assessore all’educazione – è quindi chiamata a diventare laboratorio della cittadinanza. Ma le conoscenze, da sole, non bastano:la formazione alla cittadinanza è un tirocinio concreto del dialogo, della discussione, della partecipazione e dell’impegno». (fn)