Alle Oblate la mostra "Basta!": il grido dei vip contro la violenza

L'assessore Cianfanelli: "Un modo diretto per sensibilizzare i cittadini e stimolare la riflessione". L'esposizione sarà aperta fino al 4 dicembre

Da Stefano Borgonovo a Vittorio Sgarbi, da Federica Panicucci a Massimiliano Rosolino, da Patch Adams ad Alena Seredova, da Daniela Santanché a Emanuele Filiberto di Savoia passando per Luca Barbareschi e Beppe Bergomi. Sono solo alcuni dei testimonial protagonisti della mostra fotografica “Basta!” inaugurata oggi alla Biblioteca delle Oblate nell’ambito delle iniziative promosse dal Comune in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Erano presenti l’assessore alle pari opportunità Elisabetta Cianfanelli (anche lei immortalata in uno dei ritratti esposti) e Livio Moiana, autore delle fotografie.
“Quando ci è stato proposto il progetto di questa mostra abbiamo accettato con entusiasmo – ha spiegato l’assessore Cianfanelli – perché si tratta di un modo immediato e diretto per sensibilizzare i cittadini sul tema della violenza, un fenomeno che non riguarda soltanto le donne e che oggi assume anche forme meno visibili ma non per questo meno pesanti. Penso alle violenze psicologiche, agli episodi di stalking e a quelli di bullismo tra i ragazzi. Le foto di Livio ritraggono personaggi noti che urlano, uomini e donne che hanno voluto prestare il loro volto a questa importante iniziativa di sensibilizzazione contro la violenza”.
Anche la scelta della location della mostra non è casuale. “Le Oblate sono un luogo molto frequentato, soprattutto dai giovani – ha spiegato l’assessore Cianfanelli –. Se vogliamo cambiare la società dobbiamo partire proprio da loro: la prevenzione della violenza passa infatti attraverso l’educazione e il rispetto dell’altro. Su questi ambiti come Comune stiamo lavorando a progetti mirati insieme alle scuole, alle associazioni e alla Questura”.
Tornando alla mostra, sono una novantina gli scatti esposti alle Oblate: ogni foto ritrae un vip mentre urla il suo basta simbolico ad ogni forma di violenza. Il progetto è realizzato dall’associazione Tamara-onlus, nata in ricordo di Tamara Monti uccisa a 37 anni da un vicino di casa che non sopportava l’abbaiare dei suoi due cagnolini. “Le foto ritraggono i testimonial mentre urlano – ha spiegato Livio Moiana –: un grido silenzioso che vuole testimoniare il dolore sofferto dalle vittime e che quindi non può non rimanere inascoltato. Un grido che diventa più forte grazie alla scelta del bianco e nero: un contrasto che rappresenta l’assenza e la completezza, la luce e il buio, la vita e la morte, il buono e il cattivo, il giusto e l’ingiusto. Il messaggio è reso più efficace dalla presenza di personaggi famosi che attirano l’attenzione e quindi stimolano la riflessione”.
Obiettivo della mostra, infatti, è porre l’attenzione sul problema del sostegno alle vittime della violenza sia nei giorni di massima attenzione, in cui è stato subito il crimine, sia quando i riflettori si spengono, nei periodi successivi in cui la vittima o la famiglia della vittima si trovano ad affrontare una nuova fase della propria vita senza spesso avere le forze a livello psicologico, i mezzi e i riferimenti per farlo.
La mostra rimarrà aperta fino al 4 dicembre presso il primo piano della biblioteca delle Oblate con ingresso gratuito. (mf)