Lavoratori musei statali in sciopero. Il gruppo Pd: "Siamo al loro fianco in questa lunga e sacrosanta battaglia. Il Ministero introduca la clausola di salvaguardia"

Bonifazi, Bieber, Dormentoni, Pezza e il consigliere provinciale Azzarello: "A rischio il futuro di 350 persone e un patrimonio di professionalità e di imprese del nostro territorio"

I lavoratori che svolgono i servizi aggiuntivi dei musei statali fiorentini, dopo che anche venerdì scorso all'ennesimo incontro a Roma il Ministero non ha dato alcuna risposta convincente per la tutela dei posti di lavoro, hanno deciso di indire uno sciopero. Il gruppo PD di Palazzo Vecchio, che ieri ha portato all'approvazione un apposito ordine del giorno in Consiglio Comunale,sostiene con convinzione questa sacrosanta battaglia e continuerà, insieme ai gruppi consiliari provinciale e regionale, ad essere al fianco dei lavoratori e chiedere che il Ministero e la Sovrintendenza trovino una soluzione. "Il Ministero – affermano il capogruppo Francesco Bonifazi e i consiglieri comunali Leonardo Bieber, Mirko Dormentoni e Cecilia Pezza e il consigliere provinciale PD Adamo Azzarello- introduca la clausola di salvaguardia senza trincerarsi dietro aspetti burocratici. Abbiamo partecipato all'assemblea dei lavoratori e abbiamo constatato la rabbia per il fatto che il Ministero dei Beni Culturali, dopo mesi di incontri, non intende dare alcuna garanzia sulla tutela dei 350 posti di lavoro. Abbiamo visto una forte unità nella decisione di proclamare lo sciopero, presa non certo a cuor leggero visti i disagi che saranno provocati ai turisti visitatori. Ribadiamo la gravità della situazione per la nostra città: il bando della Sovrintendenza non prevede alcuna clausola di salvaguardia, i lavoratori rischiano il posto e questa è la cosa più grave perché si parla del futuro di 350 famiglie. Con questo bando, che ha messo a gara due grandi blocchi di servizi ai 16 musei statali fiorentini (biglietterie da una parte e bookshop dall'altra), le imprese del territorio che oggi fanno parte dell'ATI Firenze Musei, insieme all'indotto di imprese locali e storiche che forniscono prodotti ai bookshop museali, rischiano di essere tagliati completamente fuori da colossi nazionali e internazionali dei due settori, che hanno le loro strutture organizzative e i loro fornitori.
"Se il Ministero, che ha fatto le linee guida valide per i bandi di diverse Sovrintendenze italiane che stanno facendo le gare (Firenze, Roma, Napoli, Pompei, ecc.), si ostinerà a non cambiare qualcosa di importante, introducendo anzitutto la clausola sociale, non solo tanti lavoratori potranno perdere il posto ma Firenze perderà anche un patrimonio sociale e culturale fatto di professionalità e di imprese culturali specializzate, nate e sviluppate nel nostro territorio" continuano i consiglieri. "Per questo – hanno aggiunto i consiglieri del Pd- sosteniamo con convinzione la battaglia dei lavoratori di Opera, saremo al loro fianco nelle manifestazioni che organizzeranno nelle prossime settimane e continueremo a portarla in ogni sede istituzionale utile. I gruppi consiliari PD si stanno muovendo su tutti i fronti: oggi in Consiglio Regionale si discute lo stesso ordine del giorno che approvato ieri in Palazzo Vecchio, la prossima settimana sarà anche in consiglio provinciale e le rispettive Giunte si stanno impegnando nello stesso senso, mentre alcuni deputati fiorentini stanno portando la questione in Parlamento". (lb)