Restauratori, il vicesindaco Nardella: "Un nuovo piano nazionale per la valorizzaizone dell'industria del restauro"

Proposta al governo per superare "una riforma senza capo nè coda"

Un nuovo piano nazionale per la valorizzazione dell’industria del restauro del nostro paese, che coinvolga i ministeri dei Beni culturali, del Lavoro e dello Sviluppo economico e che preveda le risorse, il sostegno alle scuole e un sistema condiviso per la certificazione della professionalità dei restauratori. E’ questa la proposta avanzata al governo nazionale dal vicesindaco Dario Nardella, anche a nome degli enti locali e dell’Anci regionale, emersa durante la giornata inaugurale del Salone dell’Arte e del Restauro in corso alla Stazione Leopolda, dove il vicesindaco ha partecipato alla tavola rotonda “La ragione del restauro”.
“Quello che abbiamo visto nei giorni scorsi a Pompei è solo la punta dell’iceberg di un sistema che non regge più: il nostro paese ha un disperato bisogno di mantenere e preservare il suo eccezionale patrimonio culturale – ha detto Nardella – Ed è altrettanto evidente che ormai in tutto il pianeta ci si sta accorgendo dell’importanza della tutela della conservazione e del restauro: basta pensare alla Cina, la Russia o i paesi sudamericani. In Italia abbiamo la filiera del restauro più importante del mondo, con le professionalità di gran lunga più esperte e preparate, indispensabili non solo per operare nel nostro paese, ma preziose anche a livello internazionale. E il governo che fa? Mina alla base questo sistema, mettendo a rischio un formidabile patrimonio con una riforma senza capo né coda. Questo non è accettabile né logicamente comprensibile”.
Da qui la proposta: “Noi siamo disponibili a ragionare sulla ‘certificazione’ della professionalità dei restauratori italiani – ha spiegato Nardella - Ma non è certo con un colpo di spugna che si può risolvere la questione, oltretutto gravando le soprintendenze di ulteriori e insopportabili carichi di lavoro. Quindi chiedo al governo un impegno che vada oltre le proroghe fin qui accordate all’avvio della riforma, che servono solo a rimandare il problema”. Il vicesindaco quindi propone un piano nazionale che finalmente affronti seriamente e complessivamente la riorganizzazione del settore. Un settore che in particolare a Firenze ha un grande valore economico: “La nostra filiera è unica al mondo, perché va dall’Opificio delle Pietre Dure alla piccola bottega dell’Oltrarno, passando dalle istituzioni e da decine di soggetti pubblici e privati – ha sottolineato il vicesindaco – Ed è un pezzo fondamentale dell’economia della nostra città: i mille restauratori fiorentini producono ricchezza, sono forza lavoro, sono industria. Mettere a rischio questo mondo equivale a mettere a rischio una grande fabbrica”. Inoltre, la professionalità dei restauratori potrebbe essere esportata in molti paesi del mondo, dove esiste una sempre crescente domanda: “Sfruttando questa opportunità, il sistema dell’industria del restauro potrebbe arrivare ad autofinanziarsi – ha aggiunto Nardella – ma è necessario far presto, è necessario affrontare e risolvere questo problema. Prima che sia troppo tardi”. Al termine della tavola rotonda, a Dario Nardella è stata consegnata la tessera di ‘socio onorario’ dell’Associazione ‘La Ragione del restauro’.

(ag)