Susanna Agostini (PD): "Con Se non ora quando' si accende una luce di speranza per fermare i femminicidi nel mondo"
Questo l’intervento della consigliera PD Susanna Agostini
Siamo aquasi un anno dall'avvio del movimento "Se non ora quando?". Il 13 febbraio del 2011, tutta l'Italia indignata da esternazioni e comportamenti lesivi della dignità delle donne è scesa nelle piazze del Paese. Folla in silenzio che scendeva dalle case eriempiva le strade ascoltava attenta aletture che segnavano il cambiamento di passo storico. Una svolta culturale che sta proseguendo il proprio cammino e dalla quale non torneremo indietro. Quel movimento è attivo e presente in ogni città, e con coerenza e continuità riesce a mantenere autonomia e autorevolezza nel confronto politico con altri movimenti e partiti.
Una di noi, Stefania Noce, attivista appassionata della provincia di Catania, non potrà proseguire il suo personale impegno perché assassinata, assieme a suo nonno, dall'ex fidanzato. Non si è trattato di un delitto che le cronache possano liquidare come passionale; una parola che deve essere cassata. Non c’è la giustificazione della passione quando si tratta di omicidi frutto di delirio di appropriazione dell'altra e di crudaviolenza. Lo scorso anno Firenze ha affrontato la denuncia istituzionale dei femminicidi in Messico.Con Marisela Ortiz, responsabile del movimento “NuestreNuestras Hijas de Regreso a Casa” ci siamofermati a riflettere sullecondizioni di vita e di lavoro di milioni di donne costrette a difendersi quotidianamente dalla brutalità. Siamo tenuti ad andare oltre la solidarietà alle donne messicane e di tutto il mondo. Domani alle 19,30 ricorderemo Stefania e le altre donne assassinate in quanto donne, soggetti che una certa forma mentis suppone non abbiano diritto a vivere, se non al fianco di chi se ne vorrebbe appropriare.
Questo accade in Italia e nel mondo intero, spesso le cause che fanno scaturire la follia omicida sono coperte da subdole motivazioni politiche, sociali, comportamentali: in un Paese civile devono essere svelate e affrontate. Parteciperò convinta, con il dolore di non avere più le tante Stefania al nostro fianco. Un dolore grande quanto la certezza di proseguire questa battaglia non solo per migliorare il futuro di tutte, ma anche perché venga a galla la verità di ciò che hanno subito e per questo siano condannati gli assassini. Perché questo orrore,che nulla e nessuno e niente ha fermato, non accada mai più.
Chiudo con una frase che Stefania Noce ha scritto sul giornale universitario inconsapevole che, questa sua e nostra convinzione, le è forse costata la vita.‘Nessuna donna può essere proprietà oppure ostaggio di un uomo, di uno Stato, né, tanto meno, di una religione’”.
(fdr)