Fittante (Idv): "No alla modifica degli orari del consiglio comunale: è uno spreco inutile. Sì all'elezione di un nuovo presidente in tempi brevi"
Un secco no alla modifica degli orari del consiglio comunale di Firenze. È quanto afferma il consigliere dell’Idv Giovanni Fittante. “Questa modifica provocherebbe solo un aumento dei costi e, in questo momento, di tutto abbiamo bisogno tranne che di lanciare un messaggio del genere alla città. Siamo in un momento di estrema difficoltà in termini di risorse e tutti quanti siamo chiamati ad un comportamento più sobrio nella riduzione dei costi della politica. Peraltro – continua Fittante – basterebbe organizzare meglio i lavori del Consiglio Comunale per rendere lo stesso più funzionale, magari iniziando sempre in orario i lavori e rispettando le regole che già ci sono.
Al contrario assistiamo sin da inizio consigliatura a mozioni ed atti che vengono discussi addirittura dopo 6/9 mesi dalla loro presentazione con l’unico risultato di rendere gli atti stessi non più funzionali alle esigenze della città e di svilire, al tempo stesso, l’attività dei consiglieri. Quindi – ribadisce l’esponente dell’Idv – niente modifiche ma una maggiore organizzazione con rispetto delle regole già esistenti non solo per comprimere i costi ma anche per restituire al consiglio la sua dignità e la dovuta importanza del lavoro svolto”.
“Quello che invece ritengo utile e necessario è arrivare quanto prima all’elezione di un nuovo presidente del consiglio comunale. Non ho niente contro la persona di Eugenio Giani, a cui mi lega un rapporto di stima ed amicizia, ma è diventato quanto mai imbarazzante, anche nei confronti della città, giustificare il perché l’attuale consiglio comunale di Firenze non sia in grado di eleggere al posto dell’attuale presidente dimissionario un’altra figura che possa svolgere con la stessa competenza ed autorevolezza tale ruolo. Occorrerebbe – conclude Fittante – un sussulto di dignità di tutte le forze politiche presenti in consiglio e, in particolar modo della maggioranza, che su questo da tempo latita”. (mf)