De Zordo: "Risposta al presidente di Publiacqua"

Questo l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo

“Il presidente di Publiacqua spa interroga oggi su Il Manifesto il Movimento per l'acqua. Lo fa come se non fosse mai avvenuto in Italia un fatto come il Referendum, ovvero come se quell' istituto democratico non avesse alcuna valenza politica e istituzionale. Chiediamo quindi a lui prima di tutto se crede nella democrazia e nel valore del referendum, o se lo considera un passaggio del tutto trascurabile nei rapporti tra espressione di volontà popolare e istituzioni di governo.
Perché continuare a ignorare l'esito referendario, perseverare nel sostenere che la gestione privata dei servizi idrici garantisce un miglior servizio e rifiutarsi di eliminare il 7% di remunerazione del capitale in bolletta significa esattamente questo: ignorare la volontà popolare liberamente espressa nelle modalità consentite dalla legge.
Quanto poi all'affermazione della bontà della gestione privata del servizio, crediamo che ormai questo concetto non sia proprio più proponibile, avendo ben visto cosa è successo a partire dagli anni '80 a seguito della privatizzazione dei vari servizi pubblici nel mondo occidentale; parlando poi in particolare dell'acqua e del nostro Paese, vogliamo dire che da quando la gestione del servizio è stata affidata a Società per azioni gli investimenti sono calati a un terzo? E che gli utili sono finiti a arricchire i dividendi degli azionisti di varie multinazionali?
Infine, si è mai andato a leggere, il Presidente di Publiacqua, le proposte depositate dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua sul superamento della copertura totale dei costi attraverso la tariffa? Questa lettura dovrebbe poter convincere anche chi stenta a riconoscere che i beni comuni devono essere indisponibili al mercato e a capire che esiste un modo nuovo di intendere il ruolo pubblico. Certo, sempre che tutti i principi sostenuti da D'Angelis siano da prendere alla lettera e non siano il semplice ancoraggio retorico del mantenimento di un convenientissimo (per alcuni) status quo”.

(fdr)