Costa Concordia, De Zordo e Sodi: "Serve un piano urgente per evitare disastro ambientale"

"Si ascoltino le richieste di Greenpeace"

“Il naufragio della Costa Concordia, con il suo luttuoso carico di vittime, assolutamente drammatico, pone oggi una seria emergenza ambientale cui si deve rispondere con estrema urgenza. La nave contiene migliaia di tonnellate di carburante e, verosimilmente, tonnellate di altre sostanze pericolose come lubrificanti, vernici, sostanze clorurate e amianto. Nelle cisterne della Costa Concordia ci sarebbero circa 2.400 tonnellate di carburante. Lo sversamento di solo tre/quattrocento
tonnellate di carburante dal portacontainer RENA, in Nuova Zelanda, ha ucciso circa 20 mila uccelli marini e inquinato decine di chilometri di costa. L'emergenza ambientale che si profila nel caso della Costa Concordia è tristemente simile a quella che ha seguito l'affondamento, il 5 aprile 2007, della nave da crocera Sea Diamond a Santorini (Grecia) e ripropone la questione dei rischi causati dall'avvicinamento alla costa dei grandi traghetti”. Questa la dichiarazione della capogruppo di perUnaltracittà a Palazzo Vecchio Ornella De Zordo e del consigliere circoscrizionale Marco Sodi.
I consiglieri di PerUnaltracittà raccolgono le richieste di Greenpeace che chiede fin dalle prime ore dal naufragio che venga messo a punto e attuato con urgenza un piano che preveda subito lo svuotamento delle cisterne di carburante della nave e quindi la rimozione della medesima.
“Lo svuotamento delle cisterne, che potrebbe essere complicato se il carburante - a causa delle basse temperature – avesse assunto una consistenza semi-solida, deve essere avviato
immediatamente, prima che eventuali mareggiate infliggano danni strutturali al relitto, causando la dispersione del carburante – hanno aggiunto De Zordo e Sodi -. PerUnaltracittà denuncia che in un'area teoricamente protetta come il Santuario dei Cetacei non esiste alcuno strumento per bloccare una
nave con carico pericoloso se è in corso una tempesta o impedire alle navi da crociera di avvicinarsi pericolosamente alla costa, come avvenuto per la Costa Concordia.
Il Santuario dei Cetacei nasce da un accordo tra Italia, Francia e Monaco e dovrebbe tutelare l'Alto Tirreno e il Mar Ligure per le eccezionali caratteristiche ambientali dell'area. Purtroppo, è solo un
"parco di carta", senza alcuna misura di gestione efficace. Il naufragio della Costa Concordia non è certo il primo incidente navale nel Santuario: solo un mese fa, poche decine di miglia più a nord, il
traghetto della Grimaldi Lines, Eurocargo Venezia, aveva perso in mare, durante una tempesta, circa 40 tonnellate di sostanze tossiche (catalizzatore al cobalto-molibdeno per la desolforazione di
idrocarburi)”.

(fdr)