PDL: «A Firenze serve un assessore alla cultura vero»
«A Firenze serve un assessore alla cultura vero». E’ quanto sostengono il coordinatore cittadino del Popolo della Libertà, l’onorevole Gabriele Toccafondi, il vice vicario, il senatore Achille Totaro e i consiglieri comunali del gruppo PDL in Palazzo Vecchio.
«Da una settimana – hanno ricordato gli esponenti del centrodestra - l’assessore alla cultura del Comune di Firenze non è più Giuliano da Empoli. E questa è la buona notizia. La cattiva notizia è che l'assessore alla cultura sia Renzi. La sinistra prosegue a non voler impegnarsi per la cultura in città: Simone Siliani, Giovanni Gozzini, Rosa Maria Di Giorgi, sono i nomi che la sinistra ha messo ad occuparsi della cultura a Firenze. Inoltre l’allora sindaco Leonardo Domenici tenne per sé le deleghe alla cultura così come oggi fa Renzi».
«Per noi – hanno aggiunto – il sindaco Renzi ha bisogno di quel ruolo per presentare, in giro per il mondo, l’iniziativa sulla ‘Battaglia di Anghiari’, ma questo non può essere il motivo per tenere la delega alla cultura. In quasi tre anni la giunta Renzi cosa ha fatto per valorizzare la cultura a Firenze? La città, non occorre certo ricordarlo, è una città patrimonio dell’umanità, patrimonio della cultura mondiale: la storia dell’arte, la tradizione, la classicità sono l’anima di questa città, che purtroppo si è dovuta scontrare con un assessore concentrato solo sulla contemporaneità, che ha proposto mostreimprobabili come quella del teschio di Hirst e che non ha mai voluto visitare ne il Gabinetto Gabinetto Vieusseux né l'Opificio delle Pietre dure».
«Quello che ha fatto Da Empoli, o forse che non ha fatto – hanno proseguito Toccafondi, Totaro e i consiglieri del gruppo PDL - è stato deciso anche da Renzi che, quell'assessore, ha fortemente voluto e che adesso segue la sua campagna elettorale permanete. Anche per questo crediamo che il sindaco non porterà novità significative. Inoltre Renzi è impegnato in un'altra battaglia, quella all'interno del suo partito che lo porta a presentare i suoi libri, vecchi e nuovi, in giro per l'Italia oltre che a presenziare alle iniziative dei rottamatori al nord come al sud del paese, per pubblicizzare la sua immagine. Ci domandiamo può: il sindaco che si è fatto ritrarre in copertina di uno dei più venduti mensili d’Italia, con un biberon in mano, essere l’assessore alla cultura di Firenze?»
«La città – hanno concluso – ha bisogno di una personalità vera che segua la cultura a Firenze in maniera autonoma. A Firenze serve un grande nome, uno che lavori per Firenze e soprattutto che non debba promuovere se stesso ma la città e la sua economia che ruota intorno alla cultura». (fn)