Negozi, Grassi: "Sulle aperture il Consiglio discuta. E' necessario dibattito politico prima di qualsiasi scelta del Comune"
“L’entrata in vigore della decisione del Governo sull’apertura libera dei negozi sarà sicuramente un tema di forte scontro come fu lo scorso anno la decisione di far rimanere aperti per il 1° maggio i negozi a Firenze, ma è anche necessario che il Consiglio ne discuta apertamente e preventivamente: non è una questione su cui il Sindaco può fare come vuole senza un indirizzo del Consiglio. – afferma il Consigliere comunale di Sinistra e Cittadinanza, Tommaso Grassi – Politicamente apprezziamo la posizione assunta dalla Giunta regionale che mira ad opporsi agli orari senza limiti e né vincoli per gli esercizi commerciali, attraverso un ricorso alla Corte costituzionale e a confermare le limitazioni previste dalla normativa della Regione Toscana. Non riusciamo a capire quale sia lo scopo e dove sia la battaglia contro la crisi nel provvedimento dello Stato che sicuramente grazie alla liberalizzazione totale e selvaggia degli orari e delle aperture farà un ennesimo favore alla grande distribuzione, senza portare alcun beneficio alle piccole e medie attività commerciali e penalizzando i dipendenti delle grandi catene multinazionali del commercio. Si crede davvero che sia questo il metodo per uscire dalla crisi oppure c’è un modo alternativo che punta sul piccolo e medio indotto, su un metodo alternativo di consumare ed acquistare, basato sulla qualità dei prodotti locali e tipici, che si oppone alla logica consumistica del consumare tanto, tutto e sempre. Se un sostegno alla piccola imprenditoria si deve dare questo è proprio il modo più sbagliato, che permetterà di trarre il massimo profitto attraverso il lavoro subordinato e penalizzando coloro che sono direttamente coinvolti in attività a conduzione familiare. Non credo che ci sarà un aumento dei consumi e un rilancio fuori dalla crisi, piuttosto uno spostamento delle vendite verso le grandi catene commerciali, spesso multinazionali, che portano via dall’Italia i profitti – conclude Grassi –. Un bel risultato di cui le Istituzioni locali non possono essere complici, ecco perché la richiesta di un dibattito consiliare in cui la Città possa dibattere nel merito delle scelte e dei modi con cui applicare od opporsi alla nuova disposizione nazionale.”
(lb)