Lutto cittadino, il vicepresidente vicario Cellai: "Alla comunità senegalese va il nostro cordoglio. Ai feriti i nostri migliori auguri. Alle vittime la nostra preghiera"

Questo l’intervento del vicepresidente vicario del Consiglio comunale Jacopo Cellai

“Signor Ministro, signor Sindaco, autorità civili e religiose, colleghi del Consiglio comunale, cittadini, membri della comunità senegalese.
Tutte le forze politiche hanno salutato con favore la proclamazione del lutto cittadino da parte del Sindaco a seguito dei tragici e sanguinosi accadimenti di ieri e hanno accolto con favore la proposta di convocare un Consiglio comunale straordinario per oggi. Un Consiglio che ha un obiettivo unanimemente condiviso, quello di dare un messaggio di solidarietà umana ancorché politica non soltanto ai familiari delle vittime e a quelli dei feriti, ma all’intera comunità senegalese presente sul territorio. Comunità che ha da tempo intessuto un rapporto che va ben oltre il dialogo con le istituzioni cittadine, come ha dimostrato la presenza su questi banchi del collega Pape Diaw, consigliere comunale nello scorso mandato e di Hassan Kebe, membro del Consiglio degli stranieri.
Firenze non è una città razzista. Non a caso quanto accaduto ieri ha colpito fortemente la città che, da subito, non si è voluta limitare all’espressione di una sincera solidarietà, ma ha voluto evidenziare che parole come razzismo e intolleranza sono estranee al proprio dna prima ancora che al proprio vocabolario. Del resto, credo proprio che chiunque di noi fatichi e molto a ricordare tracce di episodi di stampo razzista e xenofobo a Firenze mentre al contrario non sono pochi i casi in cui i cittadini hanno dimostrato e dimostrano pazienza, comprensione e senso di responsabilità a fronte di comportamenti altrui che vanno oltre le regole della civile convivenza.
Gli stranieri a Firenze sanno di non trovare nemici. E la comunità senegalese lo sa anche più di altre. Le vittime di ieri hanno pagato per la follia di un uomo, una follia resa ancora più tragica dallo sfondo razziale che lo ha accompagnato. La voglia di giustizia e non di vendetta, per dirla con le apprezzabili parole di Pape Diaw, presidente della Comunità senegalese a Firenze, impone di usare la ragione nell’analisi di quanto accaduto. Di respingere quell’istintivo desiderio di ricercare un colpevole oltre il dato oggettivo. O peggio di ricercare un capro espiatorio dato che non è possibile neppure chiedere all’omicida, semplicemente, ‘perché’?
Alla comunità senegalese va il nostro cordoglio. Ai feriti i nostri migliori auguri. Alle vittime la nostra preghiera.
Alle forze dell’ordine va il nostro più sentito ringraziamento per aver bene operato, ancora una volta. A noi stessi deve andare più che mai il senso di responsabilità cui siamo chiamati nel rappresentare la città. Quella responsabilità che ci porta a respingere generalizzazioni e approssimazioni nell’analisi di ciò che accade e nella proposizione di ciò che vorremmo accadesse.
Quella responsabilità che oggi ha consentito unanimemente la risposta dell’assemblea più importante della città di Firenze al dramma che si è consumato ai danni dei cinque senegalesi e della loro intera comunità”.

(fdr)