Sciopero, perUnaltracittà aderisce e sostiene
Questo l’intervento in Consiglio della consigliera De Zordo
“Oggi 12 dicembre è stato proclamato da Fiom e USB dei metalmeccanici uno sciopero di 8 ore sulla vertenza Fiat. Un'iniziativa che opportunamente amplifica la mobilitazione di 3 ore indetta dalle confederazioni sindacali CGIL, CISL, UIL e dalla UGL che prendono posizione contro la manovra Monti. Sulla manovra del governo, che ha dimenticato il termine "equità" subito dopo averlo pronunciato, occorre organizzareuna vasta opposizione sociale oltre che sindacale, che chieda di rovesciare la logica che ha sorretto le scelte dei "tecnici" oggi al governo, anche superando una contrattazione sindacale incerta e volta più che altro a accreditarsi verso un Governo che ha già fatto le sue scelte.
La soluzione di questa crisi, che – sia detto una volta per tutte - è crisi di sistema, non può essere trovata usando la stessa ricetta che l'ha prodotta. Lo stanno dicendo economisti, ambientalisti, sociologi che non vogliono obbligatoriamente difendere lo status quo.
La crisi in atto è la crisi di un intero sistema, che si chiami capitalista o liberista; ed è crisi economica e sociale, ma anche crisi della politica e della democrazia. Perché dove il mercato detta le regole che poi chi governa applica non può esserci democrazia, ma sfruttamento, insicurezza e ulteriore aumento della forbice della diseguaglianza, tra quel 99 e l'1%, tra la maggioranza della popolazione che è spinta sempre più verso la soglia della povertà - come certificano tutti gli studi compiuti negli ultimi anni - e quella minoranza che ha incrementato l'accumulazione di ricchezza, con un enorme trasferimento di risorse dal lavoro alla rendita.
Sostituire la democrazia coni"mercati" è del resto quello che ha fatto Marchionne, che ha cancellato attraverso un ricatto un contratto nazionale collettivo lasciando i lavoratori in balia di contratti singoli, un modello esteso da Pomigliano a tutti gli stabilimenti, e prossimamente a tutto il mondo del lavoro.
Se non possiamo che avere come orizzonte un cambiamento radicale di un sistema che salva le banche e affossa i cittadini, che erode diritti, sacrifica il territorio, uccide sul lavoro tre persone al giorno (e solo ieri c'era chi diceva che la sicurezza è un onere che non possiamo permetterci), alcune cose potrebbero essere fatte subito, invece che far ricadere interamente il peso della crisi sui "soliti noti".
Tassare i grandi patrimoni, le transazioni finanziarie almeno fino a livello europeo, tagliare le spese militari come anche i costi delle grandi opere inutili e spesso dannose per il territorio, gli stipendi e i vitalizi milionari di politici e manager di stato, rintracciare i capitali nascosti nelle banche dei paradisi fiscali, far pagare l'ICI anche alla Chiesa cattolica per gli immobili ad uso commerciale, fare finalmente una lotta efficace all'evasione fiscale. E invece, come si è visto, si è proceduto nella direzione contraria, salvando quel 10% che oggi in Italia detiene più della metà della ricchezza e facendo pagare chi ha già molto pagato in termini di precarietà e sfruttamento. Anche a costo di far decollare in modo pauroso la recessione già strisciante, come faranno inevitabilmente le misure prese, dalla mancata indicizzazione delle pensioni sopra i 930 euro, all'aumento dell'Iva sui beni di consumo e della benzina, all'impoverimento delle famiglie con la tassa sulla prima casa, con i tagli che saranno drammatici dell'erogazione di servizi.
Una mobilitazione più ampia possibile quindi, per chiedere nell'immediato una correzione della manovra che introduca almeno quei minimi livelli di equità che pure erano stati enunciati, ma anche per la costruzione di una alternativa possibile, basata su redistribuzione della ricchezza, diritti, sostenibilità ambientale”.
(fdr)