Firenze 20Vènti, il vicesindaco Nardella: "Una grande sfida per il futuro che passa da sostenibilità, equità e globalità"

Il vicesindaco Dario Nardella ha aperto stamani i lavori della seconda giornata di ‘Firenze 20Venti’, l’iniziativa in corso nel Salone dei Cinquecento per raccontare il futuro della città. L’intervento di Nardella è stata l’occasione per fare il punto sui temi della prima giornata, che dopo l’introduzione del sindaco Renzi ha visto alternarsi dalle 10 alle 19 assessori, tecnici, associazioni per fare il punto sul futuro della città.
“Dopo aver ascoltato gli interventi di ieri, ci siamo resi conto anche della grande mole di lavoro che abbiamo già fatto in questi due anni e mezzo, e questo ci ha dato un quadro preciso della situazione – ha esordito Nardella – Ma anche per l’oggi è necessario partire dal tema della ‘visione’ del futuro: perché non ha senso lavorare day-by-day se non si ha una chiara visione di lungo respiro. Ed è questa la scintilla che ci ha portato all’iniziativa 20Venti. Ieri l’assessore da Empoli ha detto giustamente che questa è 'la città globale più piccola del mondo'. Aggiungo che questa è anche 'la città complessa più piccola del mondo': perchè da un lato vive i problemi di tutte le città medio-piccole europee (servizi, trasporti, infrastrutture), dall’altro ha ambizioni e vocazione da grande metropoli, dal punto di vista culturale, della formazione, del patrimonio industriale ed economico. Basta pensare che Firenze è la città che copre il quasi 60% del Pil e dell’occupazione dell’intera Toscana. E dunque Firenze è la città che ha l’ambizione di tenere insieme tante diverse vocazioni, come forse nessun’altra città italiana. E’ questa una grande sfida, che chiama in causa il rapporto con lo Stato, la Regione, la Provincia.
Dentro questa sfida, l’obiettivo del 2020 si inserisce puntando su alcuni aspetti di forza, che possiamo definire con tre parole chiave: sostenibilità, equità e globalità.
Sostenibilità, perché il futuro di Firenze è sostenibile e passa dal Piano strutturale a volumi zero, dove la trasformazione prende il posto dell’espansione; passa dalle politiche ambientali con la mobilità elettrica, il bike sharing, la tramvia; passa dall’edilizia abitativa; passa dal piano del Patto dei sindaci.
Equità, perché in una situazione economica così difficile, noi teniamo la barra ferma sui servizi, la scuola, gli asili nido, il sociale; perché vogliamo definire un modello di fiscalità locale basato proprio sui principi di equità.
Globalità, perché Firenze è per definizione una città globale: nel momento in cui dovesse rinunciare a questa vocazione, perderebbe la sua stessa identità. Basta pensare al futuro delle istituzioni culturali straniere, alla Fortezza da Basso, al complesso di San Firenze, alle Cascine, al Parco della Musica; e tutto questo non fa parte di un freddo progetto logistico e organizzativo, ma è lo sforzo di coniugare un sistema efficace di investimenti con un modello di gestione integrato.
“Perché dunque Firenze 2020? Perché, come afferma un proverbio cinese, se voglio fare mille chilometri devo cominciare dal primo passo; ma se non ho chiaro dove voglio arrivare, quel primo passo non serve a niente. Per questo siamo qui. Per questo vogliamo parlare del nostro futuro: per costruirlo insieme, passo doppo passo”.
 

(ag)