Firenze 20Vènti, De Zordo: "Che distanza tra le parole e i fatti"
Questo l’intervento della capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo
“Un'altra Leopolda locale, con l'aggravante che nei due giorni di "Firenze 2020", diventata ora la più mediatica "20Venti", si vogliono affrontare problemi concreti della città e del suo futuro. Ancor meno quindi convince la modalità ribadita dal sindaco: una carrellata di voci che si susseguono per 5 minuti ciascuna, a ruota libera e senza alcuna garanzia che quel che viene detto conterà nelle decisioni da prendere, anzi, con la certezza che le problematiche serie del territorio urbano rimarranno come sono.
Perché i problemi di questa città il sindaco dovrebbe conoscerli bene, dopo due anni e mezzo di governo, così come dovrebbe conoscere i comitati più attivi (anche senza bisogno di chiedere a qualche consigliera). E dunque, volendo ascoltare le voci dissonanti, meglio sarebbero stati incontri specifici di approfondimento. Certo, un incontro in una stanza, mediaticamente non è un gran ché.
Sulle vertenze aperte, più che parole a questo punto ci vorrebbero i fatti: alta velocità, rifiuti, acqua, ataf, San Salvi, emergenza abitativa, cantieri, mobilità...tutti problemi noti sui quali non serve una passerella di 5 minuti, ma semmai incontri approfonditi e un confronto reale con le proposte che emergono dalla cittadinanza attiva in città.
In 5 minuti ciascuna di queste soggettività potrebbe solo sintetizzare richieste ribadite e articolate mille volte. Dunquesiamo di fronte a una parvenza di apertura e di ascolto. E la sbandierata innovazione riguarda in realtà solo la comunicazione, non il modo di affrontare e risolvere i problemi.
Anche sulla comunicazione questa volta qualcosa non ha funzionato, perché l'impressione è di una estrema improvvisazione che fa sì che ancora oggi, alla vigilia dell'evento, non sia chiaro chi e come possa partecipare, ovviamente ad eccezione dei soggetti che il sindaco si è premurato di invitare direttamente. E questi, sappiamo per certo, non sono i soggetti più scomodi e problematici”.
(fdr)