Opificio delle Pietre Dure e laboratorio degli Arazzi, via libera del Consiglio all'impegno per la tutela e ad iniziative per la salvaguardia

Un grido di allarme rivolto al Governo per istituire una deroga al blocco d’assunzioni del turn over di cui l’Opificio delle Pietre Dure e il laboratorio degli Arazzi di Palazzo Vecchio sono vittime e l’invito ad adottare ogni iniziativa per reperire risorse nel mondo dell’imprenditoria anche fiorentina (settore moda e filati) affinché possano contribuire alla salvaguardia ed alla tutela di questa importante realtà.. E’ l’invito al sindaco e alla giunta contenuto nella mozione predisposta dalla commissione Cultura e che ha avuto ieri il via libera dal Consiglio comunale. In base all’atto invitano sindaco e giunta a farsi promotori in tempi brevi di concerto con la Sovrintendenza dell’Opificio verso il Governo per richiedere l’assunzione, anche in deroga al blocco del turn over, di nuovo personale e adottare appunto iniziative per reperire risorse nel mondo dell’imprenditoria anche del territorio fiorentino. Il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego che si protrae ormai da vari anni rischia infatti di far scomparire per sempre, al momento in cui andranno in pensione gli attuali dipendenti, un patrimonio di conoscenze e di professionalità molto specifiche acquisite nel corso di tutti questi anni. Ad aggravare ulteriormente tale situazione, l’impossibilità di assumere personale a tempo determinato - formatosi proprio grazie alla Scuola di Alta Formazione interna all’Opificio - per singoli progetti di restauro, a causa della mancanza di fondi pubblici e del venir meno dell’impegno dei privati. Il Laboratorio degli Arazzi è oggi ridotto ad una persona. Ci vorrebbe un implemento di personale di minimo 3 addetti fino a un massimo di 5. E non è facile raggiungere l’alta specializzazione che richiede il restauro di un arazzo visto che sono necessari anni per imparare un sapere che spesso si tramanda da persona a persona.” L’Opificio delle Pietre Dure con i vari laboratori, uno dei quali è appunto il Laboratorio di Restauro degli Arazzi – ha concluso Bieber - rappresenta una realtà fondamentale della nostra città nel settore della conservazione e del restauro, con riconoscimenti ed apprezzamenti unanimi a livello nazionale ed internazionale, ed un patrimonio di conoscenze e di attrezzature tecnologiche e diagnostiche avanzatissime. Fondamentale quindi che tutte le forze politiche e le istituzioni si mobilitino per garantire la sopravvivenza e la continuità del lavoro di queste eccellenze per la nostra città.” (lb)

 

Si allega la mozione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


PROPONENTE: COMMISSIONE CONSILIARE N. 5

MOZIONE: A TUTELA DELL’OPIFICIO DELLE PIETRE E DURE E PER CONTRASTARE IL RISCHIO DI CHIUSURA DEL LABORATORIO DI RESTAURO DEGLI ARAZZI IN PALAZZO VECCHIO.

IL CONSIGLIO COMUNALE

Ricordato che:

- l’Opificio delle Pietre Dure, noto anche come OPD, è un istituto autonomo del Ministero per i Beni e Attività Culturali la cui attività operativa e di ricerca si esplica nel campo del restauro delle opere d'arte, avvalendosi dei propri laboratori;

- storicamente, nacque nel 1588 come manifattura di corte istituita da Ferdinando I de’ Medici per la realizzazione di arredi in pietre dure e, dopo l’Unità d’Italia, trasformò la propria attività in attività di restauro; successivamente riunì anche il Laboratorio di Restauro della Soprintendenza fiorentina;

- oggi comprende una Scuola di Alta Formazione, un museo della produzione artistica in pietre dure, un laboratorio scientifico, una biblioteca altamente specializzata nel campo del restauro, un ricchissimo archivio dei restauri compiuti, un centro di ricerca sulla climatologia, ed importanti laboratori di restauro all'avanguardia. Edita inoltre una rivista annuale OPD Restauro, collane monografiche e pubblicazioni su restauri specifici;

- l’OPD vanta - grazie ai titoli acquisiti, alle attrezzature tecnologiche e diagnostiche avanzatissime, alla qualificazione del personale, ai collaudati rapporti con l’Università e la comunità scientifica più in generale, anche a livello internazionale - un patrimonio artistico e tecnico di eccellenza in una linea di innovazione che ha conseguito tanti successi e riconoscimenti internazionali, realizzando complessi e importanti restauri di opere d’arte uniche al mondo a partire da quelle danneggiate dalla tragica alluvione del 1966; si ricordano, solo a titolo di esempio, la Porta del Paradiso del Ghiberti, il Pulpito di Prato di Donatello, la Fonte Gaia di Jacopo della Quercia a Siena, le Statue di Orsanmichele a Firenze (Ghiberti, Donatello, Verrocchio), la Croce di Giotto in Santa Maria Novella, la Pala Dei del Rosso Fiorentino alla Galleria Palatina, la Madonna del Cardellino di Raffaello degli Uffizi, la Trinità di Masaccio a Santa Maria Novella, gli affreschi della cupola del Duomo di S. Maria del Fiore, La Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca ad Arezzo, la Decollazione del Battista del Caravaggio a Malta, Le Storie di Diana del Parmigianino a Fontanellato, e molti altri ancora.

Considerato che:

- fra i vari laboratori dell’OPD è compreso il Laboratorio di Restauro degli Arazzi impegnato da ben 25 anni nel restauro di arazzi, tra cui quelli raffiguranti le storie di Giuseppe l'Ebreo provenienti da una preziosa collezione di venti esemplari, realizzati tra il 1545 e il 1553 dalla manifattura medicea fondata dal granduca Cosimo I e tessuti dai fiamminghi Rost e Karcher su cartoni realizzati dal Pontormo e dal Bronzino;

- dieci di questi arazzi hanno adornato le pareti della Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio fino al 1983, quando furono rimossi per essere restaurati, mentre gli altri dieci, dal 1886, si trovano invece al Quirinale. Per non trasportare gli arazzi fuori della loro sede "storica" fu deciso di restaurare e attrezzare il grande ambiente della Sala delle Bandiere, situata nel camminamento di ronda di Palazzo Vecchio così da collocarvi il Laboratorio di Restauro, completo di vasca per il lavaggio e del laboratorio di tintura, che fu inaugurato nel 1986;

- lo stesso Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, partecipò il 17 dicembre 2009 alla cerimonia di presentazione del restauro degli arazzi raffiguranti le storie di Giuseppe l'Ebreo nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio;

- si è instaurata nel tempo una proficua collaborazione tra l’Opificio e il Senato, che ha portato al restauro di 9 arazzi collocati a Palazzo Madama e alla Camera in uffici di alta rappresentanza, grazie al finanziamento del Senato stesso;

Evidenziato come nel corso dei sopralluoghi della Commissione Consiliare Cultura presso l’Opificio e lo stesso Laboratorio di Restauro degli Arazzi alla presenza delle restauratrici ed agli incontri effettuati con la Soprintendente del Polo Museale Fiorentino, cha ha ad interim la Soprintendenza dell’OPD, e la Direttrice dell’OPD, siano emerse forti difficoltà nel mantenere in essere le attività dei vari laboratori e le professionalità acquisite - formatesi fra l’altro all’interno della stessa Scuola di alta formazione dell’Opificio.

Preso atto delle sempre più esigue risorse finanziarie pubbliche e del venir meno di sponsorizzazioni da parte di privati ed altri soggetti che fino ad oggi avevano garantito con il loro contributo l’attività di restauro.

Valutato, inoltre, il blocco del turn over che nel corso degli ultimi 10 anni ha di fatto ridotto la pianta organica dell’ Istituto e quindi l’impossibilità di far fronte alla sostituzione del personale con lavoratori interni con specifiche competenze, sostituendolo con i lavoratori a progetto oramai quasi tutti in prossima scadenza, rischiando così la chiusura di laboratori altamente qualificati nonchè la dispersione di competenze qualificate di altissimo livello.

Considerato in particolare che il Laboratorio di Restauro degli Arazzi - proprio perché costituisce un’eccellenza a livello internazionale in tale settore ed è l’unico laboratorio statale di restauro di arazzi in Italia - debba essere salvaguardato e non debbano essere disperse le professionalità e i talenti maturati in tanti anni di esperienza, compromettendo l’esistenza stessa, ancora una volta, di un istituto di eccellenza fiorentino.

Preso atto del recente annuncio del Ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan, sull’assunzione definitiva di circa 170 precari “storici”, di cui 30 destinati a Pompei e gli altri da assegnare alle varie Soprintendenze;

INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA

a farsi promotore in tempi brevi – di concerto con la Soprintendenza dell’Opificio - verso il Governo per richiedere l’assunzione, eventualmente anche in deroga alle disposizioni del blocco del turn over, di nuovo personale per l’OPD ed in particolare il mantenimento in essere delle lavoratrici del Laboratorio di Restauro degli Arazzi che sono lavoratrici esterne e fra breve vedranno scadere i loro contratti di lavoro;

ad adottare ogni iniziativa per reperire risorse nel mondo dell’imprenditoria anche del territorio fiorentino, magari nel settore della moda e dei filati, organizzando eventi, manifestazioni o percorsi in grado di finanziare progetti di restauro, così da difendere un patrimonio non solo di Firenze ma del mondo intero e contrastare il rischio di chiusura di questi preziosi laboratori.