"Più tutela per i nostri centri storici, patrimonio Unesco dell'umanità": appello alla Regione da Firenze, Pisa, Siena, San Gimignano e Pienza
Strumenti adeguati ed efficaci per preservare dal degrado e dalla massificazione i centri storici più belli del mondo, minacciati da un commercio sempre più invasivo e senza regole: è quanto chiederanno alla Regione Toscana le città di Firenze, Pisa, Siena, San Gimignano e Pienza, ovvero i cinque centri toscani riconosciuti come siti Unesco patrimonio dell’umanità. Stamani in Palazzo Vecchio si sono incontrati il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, i sindaci di San Gimignano Giacomo Bassi e di Pienza Fabrizio Fè, gli assessori alle attività produttive di Pisa Giuseppe Forte e di Siena Alessandro Mugnaioli, oltre al direttore dell’Ufficio Unesco fiorentino Carlo Francini, per concordare una serie di iniziative condivise “per attivare l’attenzione della Regione e delle altre istituzioni su un tema cruciale per la tutela, la salvaguardia e la stessa identità delle nostre città e per arrestare i processi degenerativi che le stanno minacciando”.
Il problema comune più urgente riguarda in particolare la disciplina e la gestione del commercio: le amministrazioni dele città d’arte riconosciute patrimonio dell’umanità non hanno competenze differ4nti da quelle di un qualunque altro centro urbano. “Mancano strumenti amministrativi efficaci per la tutela del territorio, la valorizzazione delle attività commerciali tipiche e dei negozi storici, il decoro e il contesto sociale delle nostre città, la lotta alla rendita – hanno detto gli amministratori stamani – Pur andando incontro al principio della libera concorrenza, è necessario un quadro normativo che tuteli l’insieme di un patrimonio che milioni di persone vengono ad ammirare da tutto il mondo. Dobbiamo pensare ad un turismo più sostenibile e qualificato”.
Alla Regione, a cui verrà chiesto un incontro in tempi brevissimi, le cinque città chiedono un percorso condiviso per di riconoscere l'effettivo valore culturale delle città-siti Unesco con strumenti amministrativi adeguati, che prevedano maggiori poteri di programmazione, il riconoscimento di vincoli di destinazione d'uso per gli esercizi storici con relativi poteri di natura edilizia e urbanistica; la riduzione della durata delle licenze; poteri per la selezione delle merci su parametri di qualità e di tipicità; criteri per la tutela della qualità dei banchi e delle botteghe; la costituzione di un fondo interistituzionale di tutela del commercio tradizionale e di qualità nei siti Unesco.
“Siamo certi – hanno concordato gli amministratori – che dalla Regione avremo l’attenzione e il riscontro che questi problemi meritano”.
(ag)