Sette cortometraggi per raccontare Firenze. Venerdì all'Odeon la premiazione dei finalisti di "Corto Fiorentino", il primo concorso del Q.1 per giovani fra i 16 e 26 anni
Sette cortometraggi che raccontano Firenze realizzati da giovani compresi fra i 16 e i 26 anni che hanno partecipato al concorso Corto Fiorentino –giovani visioni del Quartiere 1. Sono 7 i gruppi di ragazzi che li hanno realizzati e che sono arrivati alla finale dopo sei mesi di duro lavoro. La premiazione si svolgerà domani alle 15.00 all’Odeon (ingresso gratuito) ospitata dal festival dei 50 giorni del cinema internazionale, (ingresso gratuito), si terrà la premiazione dei cortometraggi finalisti del concorso Corto Fiorentino, il primo di cortometraggi dedicato a giovani. L’iniziativa è organizzata dal Quartiere 1 in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana – Mediateca. 7 film realizzati da 7 gruppi di ragazzi che grazie al supporto tecnico della FST – Mediateca, hanno potuto raccontare la Firenze di oggi e del futuro dal punto di vista particolare dei giovani del Quartiere 1. Il bando di concorso prevedeva la partecipazione gratuita di gruppi composti da un minimo di 3 ad un massimo di 5 ragazzi i quali inizialmente hanno dovuto presentare una sceneggiatura. A febbraio di quest’anno una commissione di valutazione mista (Quartiere 1 + FST-Mediateca + 1 direttore artistico) ha selezionato le storie migliori permettendo ai ragazzi proponenti di ricevere formazione ed assistenza tecnica nei 6 mesi successivi sia sulla teoria del linguaggio audiovisivo, sia sulla tecnica del montaggio. Parallelamente Corto Fiorentino ha sviluppato un percorso con i ragazzi dell'Istituto Penale Minorile che hanno realizzato un proprio cortometraggio che verrà proiettato fuori concorso (“La Palla” realizzato grazie alla regista M. Luisa Carretto). “Siamo molto contenti dei risultati ottenuti da questa prima edizione di Corto Fiorentino - ha dichiarato Riccardo Sansone, presidente della Commissione Giovani e Sport del Q1. L’obiettivo del bando di dare un'opportunità ai giovani per esprimere i propri stati d'animo, le proprie gioie, i propri dolori, attraverso lo strumento del video mi sembra che sia stato raggiunto, indipendentemente da chi si aggiudicherà il primo premio. Il linguaggio audiovisivo, così l’espressione attraverso la musica (solo due settimane fa è stata inaugurata la Sala Prove Peppino Impastato – martire della lotta alla mafia - presso il centro giovani Sala Gialla del Q1), diventa un modo per esprimersi, per rafforzare la consapevolezza di sé, per rafforzare la propria personalità e divenire attori protagonisti del proprio futuro. Questo tipo di progetti permette alla Commissione non solo di svolgere azione di prevenzione del disagio, ma anche di essere catalizzatori di espressione creativa del territorio. Magari, un domani, questa esperienza rappresenterà anche un’opportunità lavorativa per alcuni dei ragazzi che hanno partecipato”. “Mi piace pensare di aver contribuito a fornire un modello di lavoro che attinge nello stesso tempo al mondo fantastico e alla consapevolezza dello studio della tecnica, di avere fornito le prime basi per esplicitare il mondo sensibile attraverso le griglie dello studio del mezzo di comunicazione - ha dichiarato Ornella Grassi, Presidente della Commissione Cultura del Q1 - Saper usare la telecamera, imparare a montare un documentario è l’unico modo per comunicare agli altri, in maniera leggibile, le storie, gli istanti di vita, che animano il lavoro artistico cinematografico. Mi piace pensare, di aver contribuito, anche se solo per poco tempo, a dare felicità a questi giovani, di aver reso più lieve la loro vita con il lavoro creativo, di aver insegnato loro cos’è il lavoro creativo di gruppo e come tutti debbano lavorare insieme perché il progetto si realizzi. E mi piace, da ultimo, pensare che, chissà, forse da questa esperienza nasca per alcuni la voglia di continuare a studiare, a lavorare e qualcuno di loro possa un giorno diventare un artista professionista, perché l’arte è una forma di espressione, ma è anche impegno e può fornire un futuro lavorativo. Credo che modo migliore per impegnare le risorse pubbliche non ci sia”.
“E’ stato divertente e impegnativo sostenere questi gruppi di ragazzi durante i mesi di laboratorio – ha concluso Sveva Fedeli responsabile del coordinamento Festival e attività sociali della Fondazione Sistema Toscana – Siamo molto contenti di aver dato il nostro contributo anche perché riteniamo che la nostra funzione istituzionale debba continuare ad essere quella di formare i giovani alla cultura e al mestiere del cinema”.
(lb)