A Firenze suggestioni e atmosfere dei paesi BRIC

Un progetto coordinato dall'assessorato alla cultura che coinvolge artisti di Brasile, Russia, India e Cina

Portare a Firenze il meglio della produzione artistica, culturale e performativa di Brasile, Russia, India e Cina, per gettare uno sguardo ampio e curioso su questi paesi emergenti e per legarli alla città in un contesto di continui e proficui scambi e relazioni. Questo lo spirito di BRIC, il progetto multidisciplinare coordinato dall’assessorato alla cultura del Comune di Firenze.
Il titolo del progetto prende in prestito l’acronimo utilizzato nel campo dell’economia per riferirsi congiuntamente ai quattro paesi - Brasile, Russia, India, Cina - che si stanno affacciando alla finestra degli equilibri mondiali e che sembrano in bilico tra tradizione radicata ed estrema modernità. Nell’accogliere, ospitare e mostrare artisti internazionali, il Comune di Firenze vuole trovare il modo per avvicinarsi al loro mondo e comprendere meglio la loro società.
“Stiamo assistendo - ha affermato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - a un progressivo spostamento del baricentro economico e culturale verso luoghi prima ai margini: il nostro intento è quello di far respirare a Firenze suggestioni e atmosfere di questi paesi che si stanno prepotentemente conquistando uno spazio, anche culturale, inedito”.
BRIC è realizzato in collaborazione con EX3 Centro per l’arte contemporanea, l’associazione Musicus Concentus, l’associazione Festival dei Popoli, F.S.T - Mediateca Regionale Toscana e il festival cinematografico River to River Florence Indian Film Festival, che dedicheranno mostre, performance, concerti, incontri con autori, dibattiti e proiezioni cinematografiche ai quattro paesi emergenti.
Il progetto BRIC, dunque, è finalizzato anche a valorizzare quelle realtà del territorio che rappresentano delle eccellenze e che possono però essere arricchite dall’inserimento in un progetto multidisciplinare e dalle relazioni di scambio con paesi esteri.
BRIC prenderà il via a novembre 2011 e si svilupperà nei mesi successivi. La prima fase si svolgerà a Firenze il 10 e l’11 novembre prossimi, in una due giorni che raccoglierà alcune produzioni dei paesi emergenti in tre
luoghi chiave della città: l’Odeon, EX3, la Sala Vanni. (edl)

 

BRIC EDIZIONE 2011

Giovedì 10 novembre 2011

Luogo: EX3 Centro per l’arte contemporanea, Firenze
Titolo: Nuovi ruoli, Nuove identità. Arte contemporanea dai paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina)
Periodo: 10 novembre 2011 – 6 gennaio 2012
Artisti: Victor Alimpiev (Russia, 1973); Birdhead - Song Tao & Ji Weiyu - (Cina, 1979-1980)
Curatore: Lorenzo Giusti

Il Centro per l’arte contemporanea EX3 di Firenze dedica ai paesi dell’area BRIC un nuovo progetto espositivo volto a illustrare, attraverso il lavoro di otto artisti di fama internazionale, tutti nati nel corso degli anni Settanta, le tensioni emotive a cui le giovani generazioni brasiliane, russe, indiane e cinesi sono sottoposte in virtù del radicale cambio di ruolo e di prospettiva dei rispettivi paesi.
I paesi BRIC condividono una grande popolazione, un immenso territorio e abbondanti risorse naturali. Al di là di queste specifiche caratteristiche, profonde differenze storiche, culturali, religiose e sociali li separano. Tra punti di contatto ed elementi distintivi, le opere degli artisti coinvolti riflettono sui radicali cambiamenti nella percezione delle diverse singolarità indotti dall’apertura ai mercati internazionali e alla globalizzazione.
Il lavoro degli otto artisti sarà raccontato attraverso una successione di eventi espositivi che prenderanno il via con la mostra di Victor Alimpiev e Birdhead – Song Tao & Ji Weiyu che inaugura la stagione il 10 novembre 2011 negli spazi di EX3.
Gli artisti saranno presenti a Firenze per realizzare un progetto site specific.
Questo l’elenco di tutti gli artisti ad oggi coinvolti nel progetto: Victor Alimpiev (Russia, 1973); Qiu Anxiong (Cina, 1972); Marcelo Cidade (Brasile, 1979); Birdhead - Song Tao & Ji Weiyu - (Cina, 1979-1980); Shilpa Gupta (India, 1976); André Komatsu (Brasile, 1978); Riyas Komu (India, 1971); Anna Parkina (Russia, 1979).
I video di Victor Alimpiev traggono spunto da esperienze artistiche operate in altri campi della creazione artistica, in particolare la pittura, il teatro, la danza e la musica. Protagonista assoluta di questi lavori è la figura umana, presentata quasi sempre in gruppo, attraverso la ripetizione lenta di alcuni gesti, a creare una tensione crescente destinata a esaurirsi in una vuota monotonia. Le atmosfere romantiche, indotte anche da una ricerca tonale tendente al rosa, concorrono alla creazione di una suggestione lirica, che l’artista utilizza, in molti casi, per raccontare le contraddizioni e i sentimenti del popolo russo, costretto a rimettere in discussione o a trasferire su un piano non più collettivo ma personale i valori e i simboli della propria storia.
Song Tao e Ji Weiyu, in arte Birdhead, lavorano insieme dal 1998. Attraverso alcune serie di scatti fotografici, allestiti di volta in volta in maniera dialogante con lo spazio in cui sono ospitati, i due artisti documentano i radicali cambiamenti della città di Shanghai, dove sono nati e lavorano, sia dal punto di vista architettonico-urbanistico, sia dal punto di vista delle abitudini e degli stili di vita, tra mondanità, nuovi miti e vecchi costumi.

Venerdì 11 novembre 2011

Luogo: Sala Vanni, Firenze, ore 21.15
Titolo: THE PIANO HOUR SERIES vol. IV
Artista: Vijay Iyer
Curatore: Musicus Concentus (direzione artistica Fernando Fanutti, Giuseppe Vigna)

La performance solista del pianista Vijay Yver si presenta come un’importante occasione per conoscere da vicino le innovative sperimentazioni di questo artista indiano.
Vijay Iyer è una stella del pianoforte contemporaneo jazz, un artista che ha trionfato nei referendum delle riviste specializzate di tutto il mondo e che ha visto riconosciuto il suo talento dopo una lunga serie di collaborazioni prestigiose. Nato nel 1971 a Rochester, New York, figlio di emigrati indiani Tamil, Vijay Iyer, si è avvicinato alla musica a tre anni, studiando il violino per quindici anni, ma scegliendo poi il pianoforte che ha iniziato a suonare ad orecchio. Agli studi classici e jazz Iyer ha affiancato quelli dedicati alla tradizione musicale dell’India, approfondendo la conoscenza della musica Carnatica e di quella religiosa. Nel mondo del jazz Iyer si è imposto collaborando con Steve Coleman, Roscoe Mitchell, Wadada Leo Smith, Butch Morris, George E. Lewis, Oliver Lake, DJ Spooky.
Negli ultimi anni Iyer si è esibito come leader insieme al suo trio, con cui ha inciso il blasonato cd “Historicity”, con una proposta che spazia tra le pieghe della tradizione jazz tra Due Ellington e Thelonious Monk e anima l’omonimo cd.
Il suo progetto più recente è “Tirtha”, un trio dove lo affiancano due musicisti indiani, ed ancora una volta Iyer si avventura nel mondo sonoro dei suoi antenati.


Luogo: Odeon Firenze, ore 21.30
Titolo: Vivan las Antipodas!
Artista: Victor Kossakovsky
Curatore: Festival dei Popoli (Direzione artistica: Maria Bonsanti, Alberto Lastrucci)
Progetto in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana - Mediateca Toscana Film Commission

All’interno della rassegna “50 giorni di Cinema Internazionale” si inserisce una serata speciale al Cinema Odeon, a cura del Festival dei Popoli in collaborazione con FST-Mediateca Film Commission. In anteprima nazionale sarà presentato l’ultimo lavoro del regista russo Victor Kossakovsky che interverrà a Firenze durante la proiezione.
In questo suo nuovo documentario, Victor Kossakovsky ci trascina in un singolarissimo viaggio intorno al mondo: nei pochi posti del globo situati esattamente uno all’opposto dell’altro. Con un montaggio di immagini di particolare effetto, Kossakovsky affronta un argomento inusuale come quello degli antipodi, realizzando “un poema sul mondo multipolare”. La storia è ambientata in quattro coppie di luoghi opposti sulla terra: Argentina-Cina, Cile-Russia, Hawaii-Botswana, Nuova Zelanda-Spagna. Si racconta di un pescatore solitario in un villaggio argentino e di una donna che vende pesce in una rumorosa strada di Shangai, di un guardiano del faro cileno a Capo Horn e di un ufficiale di bordo sul lago Baikal. Le loro storie sono antitetiche e simili allo stesso tempo.
Victor Kossakovsky è uno dei cineasti russi più conosciuti e apprezzati, ed è uno dei maggiori documentaristi al mondo. Realizza documentari dal 1989 e ha ricevuto più di 100 premi in festival nazionali e internazionali. Inoltre, retrospettive del suo lavoro sono state presentate nei più prestigiosi centri culturali, fra cui il MOMA a New York e il Centro Pompidou a Parigi.
Kossakovsky ha ottenuto la notorietà nel 1992 col suo documentario Belovy (60’), che descrive la vita di un contadino russo e di suo fratello. Il film ha vinto il Premio Ioris Ivens all’IDFA ed è stato giudicato dai critici olandesi uno dei migliori documentari del ventesimo secolo.
Nel 1997 ha realizzato il documentario Wednesday 19.07.1961, che ritrae tutte le 74 persone nate a Leningrado nello stesso giorno, come lo stesso Kossakovsky. Il film ha vinto il Premio FIPRESCI alla Berlinale nel 1997. Nel 1998 ha fatto seguito Pavel e Lyala – The Jerusalem romance, sui due suoi insegnanti di regia che adesso vivono in Israele, sul loro amore l’uno verso l’altro e sulla loro disputa sulla morte, che è diventata la prima parte della successiva trilogia I Loved You… (2000), realizzata in collaborazione con la BBC e produzioni tedesche. Il film ha ricevuto il premio per il miglior documentario al Festival di Montreal. Il suo film del 2003, il tragicomico Tishe!, è uno sguardo fuori dalla finestra del suo appartamento di San Pietroburgo, nell’anno della preparazione della città per il trecentesimo anniversario. Per questo lavoro, Kossakovsky è stato paragonato a Buster Keaton e il film è stato nominato per ricevere il premio dell’European Film Academy e il premio Ioris Ivens, ed è stato distribuito nei cinema e sui canali televisivi di tutto il mondo. Nel 2006 ha realizzato il documentario breve Svyato, 33 minuti dedicati all’argomento del riconoscimento di se stessi. Viene osservato un bambino di due anni, che riconosce il suo riflesso nello specchio per la prima volta. Il film ha vinto il Centauro d’oro al Festival di San Pietroburgo.