Nuovo piano del commercio, il vicesindaco Nardella: "Uno strumento moderno e innovativo per la tutela della città"

“Con questo regolamento il Comune si dota di uno strumento moderno e innovativo, per la tutela del commercio di qualità, per il contrasto dei processi degenerativi che squalificano il centro storico, per lo sviluppo equilibrato fra media distribuzione ed esercizi di vicinato. Pur rispettando la libera concorrenza, non possiamo consentire l’impoverimento di un settore che ha una forte valenza sociale e culturale per la nostra città”. Sono le parole del vicesindaco Dario Nardella, che ha illustrato in consiglio comunale la delibera del nuovo piano del commercio in sede fissa, oggi al voto dell’assemblea di Palazzo Vecchio.
I punti fondamentali del piano sono valorizzazione della qualità e della tipicità, lotta alla rendita, tutela del decoro nel centro storico e in particolare in via Tornabuoni; nuove norme per il riutilizzo degli spazi commerciali lasciati vuoti e inutilizzati. “Abbiamo previsto un titolo appositamente dedicato alla tutela del centro storico, per proteggere il tessuto commerciale tipico e di qualità, bloccando la proliferazione repentina e incontrollata di nuove attività come phone center e internet point, alcune delle quali sono state indicate dalla forze dell’ordine come possibili attrattori di microcriminalità”.
Le maggiori novità riguardano dunque il centro storico. Si introducono nuove limitazioni nell’area Unesco (l’interno della cerchia dei viali più l’Oltrarno) per rafforzare gli strumenti di salvaguardia per le aree di particolare pregio: divieto di vendita tramite apparecchi automatici (che spesso diventano luoghi di bivacco notturno non vigilati); divieto per nuovi internet point, phone center, money transfer e money change; stop alle nuove pizzerie al taglio, ai fast food, ai self service e al commercio all’ingrosso. Viene introdotto inoltre un regime speciale per via Tornabuoni, dove sono permesse solo attività di commercio al dettaglio non alimentare del settore moda di alta gamma, somministrazione e artigianato tradizionale e artistico, librerie, caffè.
Nell’area Unesco vengono anche stabilite ulteriori misure di incompatibilità delle nuove attività commerciali e artigianali di prodotti alimentari (preparazione, cottura e vendita) che non rispondano a criteri di qualità del processo produttivo: “Abbiamo scelto di privilegiare la qualità dei prodotti, con limiti che riguardano materie surgelate o precotte” ha spiegato Nardella. Inoltre, si favorirà l’apertura di nuove gallerie d’arte.
“Abbiamo anche recepito un importante emendamento della Commissione urbanistica per le medie strutture di vendita – ha detto il vicesindaco – che per casi particolari rinvia ad apposita delibera del consiglio comunale, per favorire il riutilizzo degli edifici già a destinazione commerciale attualmente abbandonati o inutilizzati”. Per le superfici inferiori a mille mq, si prevede la dotazione dei servizi igienici a disposizione della clientela, nella misura minima di un servizio igienico accessibile anche ai disabili
Altra importante novità: per prevenire il degrado urbano, nell’area Unesco sarà inoltre obbligatorio per i proprietari di immobili sfitti di custodire e mantenere il fondo attraverso la pulizia costante di saracinesche, vetrine e spazi antistanti; di rimuovere le insegne col ripristino dello stato precedente e di non coprire le vetrine con materiali di dubbio valore estetico.  
Novità infine per il ‘consumo sul posto’: le attività di artigianato alimentare, panifici o esercizi di vicinato possono prevedere la cosiddetta ‘somministrazione non assistita’ solo se dotati di un servizio igienico di cortesia per l’utenza, accessibile ai portatori di handicap. L’obbligo si estende a tutto il territorio comunale. Si aumentano quindi i requisiti strutturali per l’apertura di queste attività e gli standard di qualità dell’offerta commerciale in città.

(ag)